Draghi, il discorso sul Def: «Preferite la pace o i condizionatori accesi per tutta l’estate?»
Lo stop al gas russo
Insomma realismo, fiducia, unità politica, anche per affrontare le sfide che l’Unione europea sta vivendo per rispondere alla guerra e cercare di mettere in crisi Putin: «Lo stop alla fornitura di gas russo non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione. Ma la situazione si sta modificando davanti ai nostri occhi, le devastazioni e i massacri ci hanno sorpreso. L’aggressione premeditata della Russia si stava svolgendo in un modo terribile, ma ora sembra che i massacri di civili e bambini aumentino e questo porta a sanzioni sempre più severe. Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo, non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i Paesi alleati si chiedono: in assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace in una posizione da non serva».
Strappo dell’Italia
La risposta è anche in una domanda retorica che lo stesso presidente del Consiglio si pone: «Io credo che la questione sia fra la pace e il funzionamento del termosifone, o dell’aria condizionata in estate, penso che sia questa la domanda che dobbiamo farci e che faccio anche io. Sul price cap, su un tetto al prezzo del gas, aspettiamo una risposta della Ue, che a giorni farà una proposta, ma possiamo anche procedere con provvedimenti nazionali. Germania e Olanda non sono d’accordo — dice il premier, che oggi incontrerà il primo ministro olandese Mark Rutte — ma a un certo punto possiamo anche fare da soli».
Se così fosse sarebbe uno strappo, ma forse anche un modo per porsi come apripista di una reazione contro Mosca che a tanti appare ineludibile. E questo nonostante un dato di realtà: «Siamo coperti sino a ottobre se oggi cessassero le forniture».
Dopo il Consiglio dei ministri l’ex premier Giuseppe Conte critica le scelte del governo: «Le risorse sul fronte degli interventi per famiglie, lavoratori e imprese non sono sufficienti: è evidente che i 5 miliardi messi in campo non possono rappresentare una risposta adeguata alle enormi sfide che abbiamo di fronte». Ma non solo: «Continuiamo a credere che una misura come lo scostamento di bilancio sia in prospettiva inevitabile per difendere la nostra economia e tutelare il potere di acquisto dei cittadini».
Mentre il segretario del Pd, Enrico Letta, va oltre lo scenario attuale: serve «un patto con il Paese in cui si possa mettere in campo un progetto di redistribuzione e mettere in campo, con un mandato elettorale, politiche di redistribuzione. Partendo dalle disuguaglianze che esistono, da chi paga le tasse e chi non le paga».
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