Un’epoca di catastrofi e paure

Siamo fragili e impauriti. E questi sono sempre, nella storia, i momenti più pericolosi. Quelli nei quali viene la tentazione di affidarsi alla sicura protezione dell’uomo forte di turno. Personalmente, spero di sbagliare, non sono sicuro che tutto ciò che sta accadendo abbia come effetto quello di far crescere automaticamente nelle opinioni pubbliche razionalità e altruismo. Temo invece che gli inevitabili effetti sociali di questa guerra, innestati sul paesaggio economico minato dalla pandemia, possano generare, con l’inquietudine e il rischio di retrocedere nei livelli di vita, un sussulto di nuovo populismo, un fascino per le soluzioni autocratiche.

I regimi autoritari hanno bisogno della paura. Le democrazie necessitano della speranza.

Da queste crisi è emersa una sola buona novella. La più grande costruzione degli ultimi secoli, un continente unito nel segno della libertà e della democrazia, ha fatto, sospinta dalle crisi, degli importanti passi in avanti. L’Europa ha reagito bene alla pandemia e alla guerra. Ma ora deve compiere il passaggio ulteriore: munirsi di una comune politica estera e di difesa e accelerare verso l’unica soluzione ai rischi per la pace nel continente: la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Una comunità di centinaia di milioni di cittadini che, sotto il segno della democrazia, contribuisca a costruire un nuovo ordine mondiale. In fondo i padri dell’idea di Europa la fecero balenare proprio dal confino, quando i limiti degli Stati del continente erano cosparsi di sangue europeo.

Putin pensava di concludere questa guerra infame in poco tempo, di cancellare in un battibaleno quel popolo e quello Stato di cui nega la stessa esistenza, di trovare un’Europa divisa e balbettante. Quella degli anni scorsi.

Non è andata così, fin qui. Putin potrà ora accettare una soluzione negoziale oppure prolungare e inasprire drammaticamente il conflitto. Questa è divenuta la secca alternativa del momento. E, se l’Europa unita non lascerà solo chi sta coraggiosamente resistendo a un’invasione, l’eterna lotta tra autocrazia e democrazia potrà volgere verso la soluzione auspicata da tutti i cittadini che amano, vogliono e difendono il diritto di essere se stessi. Perché è proprio la libertà di ciascuno la vera posta in gioco, nelle fosse comuni e nei palazzi sventrati che ogni giorno scorrono davanti ai nostri occhi.

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