Il punto di Andrea Margelletti: “Chissà quante Bucha ci sono già state e noi occidentali non le abbiamo scoperte”
Emanuela Minucci
Professor Margelletti l’armata russa si sta riposizionando verso Est. Dal punto di vista tecnico operativo che ripercussioni avrà questa novità sulle sorti dell’Ucraina?
«Intanto ciò significa che dai Paesi occidentali potranno arrivare più agevolmente gli aiuti militari alle zone a Ovest dell’Ucraina che confinano con l’Europa. Ma cambierà in modo esponenziale anche l’aumento della presenza di forze speciali russe nella stessa area, vale a dire nella zona occidentale dell’Ucraina considerata la difficoltà di utilizzare assetti aerei di ricognizione. Novità questa che rende più pericoloso il movimento dei trasporti dei rifornimenti militare ma anche quello del movimento dei profughi che potrebbero essere colpiti da imboscate russe».
Ipotizzando che i russi non riescano ancora a chiudere nella
famosa «sacca» gli ucraini questo nuovo assetto militare potrebbe
inaugurare una situazione di stallo tale da provocare un conflitto di
lunga durata…
«Non lungo, lunghissimo».
E come va il rifornimento all’Ucraina delle armi da parte dell’Occidente?
«Stiamo
mandando parecchi carri armati dello stesso modello di quelli
attualmente utilizzati dagli ucraini. E questa dovrebbe essere una
fornitura di grande aiuto».
E gli aerei?
«Questo è un aspetto molto più
complesso. L’invio di aerei si valuta possa esporre a grossi rischi di
rappresaglia da parte russa. Quindi per ora non se ne parla».
Bucha, dunque, come già lei diceva giorni fa, rappresenta un punto di svolta soltanto morale ed emotivo (al di là dell’inasprimento, laddove ci sarà, delle sanzioni). Nulla cambia dal punto di vista dell’assetto di guerra.
«Per ora si mandano più armi. Ma il vero problema è che Bucha potrebbe non essere stata la prima strage di civili avvenuta in questa guerra. Più propriamente dovremmo dire che è la prima che abbiamo scoperto. Ma non è escluso ce ne siano state altre e, per quanto duro sia ammetterlo, che altre ve ne saranno».
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