Dopo le spie arriva il fisco, Lega e FI contro il governo. La maggioranza implode

C’è il rinnovato feeling fra Salvini e Berlusconi dietro queste mosse, c’è l’idea di ricostruire un’alleanza a perimetro ancora incerto (con o senza Fdi) ma che comunque non ceda a quanti, dentro Forza Italia, sconsigliano l’abbraccio con i sovranisti. Certo, il leader della Lega ha un’esigenza specifica: quella di riconquistare il consenso perduto, dentro e fuori il partito. L’attacco sulla delega fiscale segue i distinguo dalla linea del governo sulla guerra, con le recenti critiche alla decisione di espellere trenta diplomatici russi sospettati di essere spie. Manda un segnale al suo elettorato, Salvini, ma anche a quei parlamentari che chiedono di cancellare, con una battaglia identitaria come quella sulle tasse, l’approccio incerto ai temi del conflitto, zavorrato dalle vecchie simpatie per Mosca. In gioco c’è la tenuta del governo: ma a questo punto, in un partito che cerca di risalire la china, è argomento secondario.

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