Il consigliere di Putin: «Questa è una guerra all’Occidente. Potrebbero essere colpiti obiettivi in Europa»
In Libia, Gheddafi bombardava le
manifestazioni di protesta. La NATO applicò una no-fly zone richiesta
dal Consiglio di Sicurezza Onu, senza veto di Mosca.
«Sì,
credemmo alle rassicurazioni. Poi abbiamo visto un’aggressione che
devastava il Paese. Questo ci ha portato a una totale sfiducia verso
l’Occidente”. L’intervento in Serbia nel 1999 fermò una guerra che ha
fatto 13 mila morti, per la quale Slobodan Milosevic fu processato per
crimini contro l’umanità. “Le uccisioni di massa in Kosovo (contro i
serbi, ndr) sono avvenuti dopo lo stupro della Serbia. Fu un’aggressione
indicibile. E il processo a Milosevic è stato un triste e umiliante
spettacolo di meschinità europea».
Era un tribunale dell’Onu, non dell’Unione europea.
«Non riconosciamo il diritto di quel tribunale».
Lei dice che la vera guerra ora è contro l’espansionismo occidentale. Che intende?
«Vediamo
l’espansione occidentale in atto e la russofobia raggiungere livelli
come l’antisemitismo tra le due guerre. Quindi il conflitto stava già
diventando probabile. E abbiamo visto profonde divisioni e problemi
strutturali nelle società occidentali. Così il Cremlino ha deciso di
colpire per primo. Tra l’altro, questa operazione militare sarà usata
per ristrutturare l’élite e la società russa.
Diventerà una società più militante, basata sulla nazionalità,
spingendo fuori dalla classe dirigente gli elementi non patriottici».
Mussolini non riconosceva l’ordine
emerso dal Trattato di Versailles nel 1919. Il Cremlino riconosce la
legittimità dell’ordine europeo emerso dalla caduta del Muro?
«Non
dobbiamo riconoscere un ordine costruito contro la Russia. Abbiamo
cercato di integrarci, ma era una Versailles 2.0. Dovevamo distruggere
quest’ordine. Non con la forza, ma attraverso una distruzione
costruttiva rifiutando di parteciparvi. Ma quando la nostra ultima
richiesta di fermare la Nato è stata respinta, si è deciso di usare la
forza».
L’obiettivo della guerra è rovesciare la presenza della Nato in Europa centrale e orientale?
«La
maggior parte delle istituzioni sono, secondo noi, unilaterali e
illegittime. Minacciano la Russia e l’Europa orientale. Noi volevamo una
pace giusta, ma l’avidità e la stupidità degli americani e la miopia
degli europei ci hanno rivelato che questi attori non la vogliono.
Dobbiamo correggere i loro errori».
L’Unione europea fa parte delle istituzioni che la Russia ritiene illegittime?
«No. Ma a volte non ci piacciono le politiche della Ue, soprattutto se diventano sempre più bellicose».
Crede che un’escalation di questa guerra verso altri Paesi sia inevitabile?
«Purtroppo
diventa sempre più probabile. Gli americani e i loro partner della Nato
continuano a inviare armi all’Ucraina. Se va avanti così, gli obiettivi
in Europa potrebbero essere colpiti o lo saranno per interrompere le
linee di comunicazione. Allora la guerra potrebbe vivere un’escalation.
E’ sempre più plausibile. Penso i generali americani la vedano come me».
La demilitarizzazione è l’opposto di ciò che Putin ha ottenuto, l’Ucraina si è riempita di armi.
Anche la Germania e l’Europa si riarmano, la Nato ha spostato le truppe
più vicino ai confini russi, l’Occidente si è compattato e le sanzioni
sono sempre più dure. La guerra di Putin si sta rivelando un successo?
«Non
sappiamo come finirà. Demilitarizzazione significa distruzione delle
forze militari ucraine: sta accadendo e accelererà. Naturalmente se
l’Ucraina viene aiutata, ciò prolunga l’agonia. Possiamo parlare di
‘vittoria’ solo tra virgolette, perché ci sono molte vittime sia da
parte russa che ucraina. La guerra sarà vittoriosa, in un modo o
nell’altro. Presumo che ci sarà anche la denazificazione, come in
Germania e in Cecenia. Gli ucraini diventeranno molto più pacifici e
amichevoli con noi».
Ma l’esercito russo ha dovuto ritirarsi, dopo aver messo Kiev sotto assedio.
«E
se l’operazione su Kiev avesse lo scopo di distrarre le forze ucraine
dal teatro principale a sud e sud-est? Tra l’altro le truppe russe sono
state molto attente a non colpire obiettivi civili, abbiamo usato solo
il 30-35% delle armi. Se avessimo usato tutto, ciò avrebbe portato alla
distruzione delle città ucraine e a una vittoria molto più rapida. Non
abbiamo fatto bombardamenti a tappeto come gli americani in Iraq. Lo
sbocco probabilmente sarà un nuovo trattato, forse con Zelensky ancora
in carica. Comporterebbe la creazione di un Paese nel sud e sud-est
dell’Ucraina, amico della Russia. Forse ci saranno due Ucraine. Ma ora è
impossibile da prevedere, siamo nella nebbia della guerra».
I civili sono stati presi di mira e
uccisi dai russi a Mariupol, a Bucha e altrove: crimini di guerra e
crimini contro l’umanità, deliberati. Vanno perseguiti?
«La
storia di Bucha è una messinscena, una provocazione”. Ci sono le prove.
“È una messinscena, al 99%. Ma c’è una guerra e i civili soffrono. Le
forze neonaziste hanno usato i civili come scudi umani, soprattutto a
Mariupol».
È l’esercito russo che non ha aperto corridoi umanitari.
«Li abbiamo aperti. Sono stati bloccati dalle forze nazionaliste».
Vi aspettavate questa coesione tra Europa e Stati Uniti?
«La
coesione crollerà, a causa dei problemi dell’Occidente. L’Occidente sta
fallendo e perdendo la sua posizione nel mondo, quindi ha bisogno di un
nemico: per il momento siamo noi. Spero che l’Europa non si suicidi
scegliendo di perdere la sua indipendenza. Spero che si riprenda da
questa vertigine di odio».
Lei parla come fosse stato un altro Paese a cominciare questa guerra. «Siamo stati noi. Ora siamo sullo stesso terreno dell’Occidente. L’Occidente ha scatenato diverse aggressioni. Ora siamo sullo stesso terreno morale. Ora siamo uguali, stiamo facendo più o meno come voi. Mi dispiace che abbiamo perso la nostra superiorità morale, ma stiamo combattendo una guerra esistenziale».
Le sanzioni si stanno inasprendo. La Russia diventerà più dipendente dalla Cina?
«Saremo più integrati e più dipendenti dalla Cina.
Ciò ha elementi positivi, ma nel complesso saremo molto più dipendenti.
Non ho molta paura di diventare una pedina della Cina, perché la Russia
ha uno spirito di sovranità e siamo culturalmente diversi dai cinesi.
Non credo che la Cina possa o voglia superarci. Tuttavia non siamo
contenti, perché in realtà avrei preferito avere migliori relazioni con
l’Europa».
Perché lei dice che la Cina, non la Russia, sarà vincente in questa guerra?
«Vinceremo
noi, perché i russi vincono sempre. Ma nel frattempo perderemo molto.
Perderemo persone. Perderemo risorse e diventeremo poveri, per il
momento. Ma siamo pronti a sacrificare tutto ciò per costruire un
sistema internazionale più vitale. Vogliamo costruire un sistema
internazionale più giusto e sostenibile. Diverso da quello emerso dopo
il crollo dell’Unione Sovietica e che, a sua volta, ora sta crollando.
Ora ci stiamo tutti fondendo nel caos. Vorremmo costruire la Fortezza
Russia per difenderci da questo caos, anche se per questo diventeremo
più poveri. Purtroppo il caos potrebbe investire l’Europa se l’Europa
non agisce in base ai suoi interessi: quel che sta facendo ora è
suicida».
È una minaccia? Non crede che la dissuasione nucleare sia ancora valida?
«So
che in certe circostanze, ufficialmente, gli Stati Uniti potrebbero
usare armi nucleari per la difesa dell’Europa. C’è un 1% di possibilità
che questo accada, quindi dobbiamo stare attenti. Ma se un presidente
degli Stati Uniti prendesse una simile decisione, sarebbe un folle».
Quali sono gli elementi per concordare almeno un vero cessate il fuoco in Ucraina?
«L’Ucraina
deve diventare neutrale e completamente demilitarizzata: niente armi
pesanti, qualsiasi parte dell’Ucraina rimanga. Ciò dovrebbe essere
garantito da potenze esterne, compresa la Russia, e nessuna
esercitazione militare dovrebbe aver luogo nel paese se uno dei garanti è
contrario. L’Ucraina dovrebbe essere un cuscinetto pacifico».
L’Ucraina deve potersi difendere o non sarà più un Paese sovrano.
«Mi dispiace, ma anche l’Italia e la maggior parte dei paesi europei non sono in grado di difendersi».
Appartengono alla Nato…
«Hanno
risparmiato sulla sicurezza. Si sono messi in questa posizione scomoda e
l’Europa non è considerata più un attore serio. La Svizzera e l’Austria
sono neutrali, ma sono al sicuro. Anche l’Ucraina può esserlo».
Capisce che con ciò che lei dice, in Italia si vorrà spendere di più nella difesa?
«Siete
in benvenuti. Uno dei gravi errori degli europei è che non hanno
investito in sicurezza, con il loro ideale di pace eterna. Le nazioni
europee dovrebbero potersi difendere, perché ci sono minacce reali che
vengono da Sud e il mondo sta diventando pericoloso. La questione è
piuttosto contro chi l’Italia si vorrebbe armare. Contro la Russia? Beh,
sarebbe una follia. Ma avete bisogno di una forza militare più robusta.
Se dipendete dall’America, allora state svendendo la vostra sicurezza
perché gli americani hanno i loro interessi».
L’Europa va verso il divorzio dall’energia russa: prima il carbone, poi il petrolio e infine il gas. Ve lo aspettavate?
«Spero
che non vi suicidiate. Naturalmente ciò danneggerebbe anche la Russia,
ma l’Europa minerebbe la propria economia e la sua situazione sociale.
Se non volete il nostro carbone, lo venderemo altrove. Se non volete il
nostro petrolio, dopo un po’ di tempo e qualche sofferenza, lo venderemo
altrove. E se non volete il gas, be’, be’, dopo qualche sofferenza alla
fine potremo ridirigerlo altrove. I russi sostengono Putin all’81%, la
gente è pronta per un periodo duro».
L’Italia e l’Europa possono fare qualcosa per mediare un accordo?
«Non è facile. Ma potrebbero cercare di fermare la russofobia, questa satanizzazione della Russia simile all’antisemitismo dei secoli passati, che rischia di portarci a un confronto peggio di quello attuale. La cultura russa viene rimossa in Europa da una nuova cancel culture».
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