Gli Usa traggono vantaggio dalla guerra in Ucraina? Gli «equivoci pacifisti» sull’America
Chi immagina un vantaggio strategico di lungo periodo per l’America pensa a questo: il risultato finale di questo conflitto sarà una Russia più debole, un’Europa più compatta e più atlantista di prima. In questo scenario sì, è vero, gli Stati Uniti finirebbero dalla parte dei vincitori sotto il profilo geopolitico. La loro posizione è simmetrica e speculare a quella della Cina: le due superpotenze sono distanti dal teatro della guerra, subiscono entrambe dei danni economici immediati, ma se l’esito sarà quello desiderato (o da Washington, oppure da Pechino), o l’una o l’altra ne uscirà rafforzata. Dal punto di vista americano però molte cose possono andare storte. Putin se incattivito da un insuccesso militare potrebbe alzare la posta cercando l’escalation e provocando la Nato, magari con nuove minacce nucleari. Oppure si può andare verso un congelamento del conflitto, che significa ripetere il copione del 2008-2014: dopo la guerra in Georgia e l’annessione della Crimea, Putin si prese lunghe pause per preparare l’attacco successivo. Infine è evidente che le sanzioni economiche hanno un’efficacia limitata, anche perché l’Europa non può emanciparsi a breve termine dal gas russo, né Biden la spinge oltre misura. Il bilancio provvisorio per l’America non è affatto trionfale.
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