Carbone, stop da settembre. Per il petrolio strada in salita
Ma i dubbi manifestati in queste ore dalla Germania potrebbero essere affiancati sull’”oro nero” dall’Ungheria, che non ha mai nascosto di voler seguire una linea di vicinanza rispetto al Cremlino. Davanti a questi rischi, Von der Leyen si limita a far notare che «finora tutti gli Stati membri sono stati risoluti sulle sanzioni e non c’è alcuna indicazione che non sia così per le prossime». Soprattutto ribadisce che l’Europa non accetterà mai di pagare il metano di Mosca in rubli: «Significherebbe aggirare le sanzioni». Una linea confermata anche dal commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, secondo il quale «la guerra ci sta spingendo a ulteriori sanzioni anche su petrolio e gas», sebbene raggiungere «l’indipendenza energetica in poche settimane sarà molto impegnativo».
Di certo c’è ormai un pressing molto ampio a favore di ulteriori blocchi nei confronti di Mosca. Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione per chiedere più sanzioni contro la Russia e un emendamento che chiede un embargo completo e immediato dell’Ue sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas. Una proposta approvata con una maggioranza molto ampia. Di cui hanno fatto parte tutti i gruppi italiani, compresa la Lega che nei giorni scorsi aveva espresso più di una perplessità su questo argomento. Mentre Carlo Calenda, iscritto al gruppo liberale di Renew, ha votato contro l’emendamento sull’embargo immediato del gas russo «perché lo ritengo irrealizzabile».
Ieri il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha ricevuto il premier olandese Rutte. L’Italia ha rilanciato l’idea di introdurre un tetto al prezzo del gas. Amsterdam ha di nuovo detto no.
Chi segue con attenzione il dibattito tra i 27 paesi dell’Unione europea è sicuramente l’Ucraina. «Attendiamo con impazienza – sottolinea il ministro degli Esteri di Kiev Kuleba – il quinto pacchetto di sanzioni per intensificare la pressione». Ma il rappresentante del governo ucraino non riesce a trattenersi ricordando che l’Occidente non può sostenere l’Ucraina con una mano e con l’altra la macchina da guerra russa».
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