Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Convoglio russo di 12 chilometri a est di Kharkiv. La Nato: «Esercito permanente ai confini dell’Europa contro attacchi futuri»
Ore 7.30 – Le foto dentro il teatro di Mariupol
Gabriele Micalizzi, formidabile fotoreporter italiano, ha
scattato per il Corriere delle immagini all’interno del teatro di
Mariupol: uno dei luoghi simbolo della guerra scatenata dalla Russia
contro l’Ucraina, e della ferocia con cui sono state colpite
infrastrutture civili.
Nel teatro, secondo le autorità locali, erano rifugiate centinaia di
persone, quando le bombe dell’esercito di Mosca lo hanno colpito.
Il numero di vittime di quell’attacco — che nemmeno la scritta
«bambini», a caratteri cubitali, all’esterno del teatro, è riuscita ad
evitare — è ancora impossibile da determinare. Ora a Mariupol, che
continua a essere bombardata, mancano luce, acqua, cibo.
I palazzi sono bruciati, le finestre sfondate. Eppure migliaia di persone non vogliono lasciare la città, la loro città. Le immagini, potentissime, sono qui.
Ore 7.25 – Il direttore dell’Agenzia per il nucleare: «La situazione non è sostenibile»
(Viviana Mazza) «È gente
come noi, con famiglia, amici, e deve continuare a fare un lavoro
delicatissimo sotto pressione. Ho sentito questa tensione, sono
veramente esauriti». A parlare, in una intervista al Corriere, è Rafael Mariano Grossi, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica
(Aiea), che ha incontrato nei giorni scorsi il personale della centrale
nucleare di Konstantinovka, vicino a Mykolaiv, sul fronte sud della
guerra in Ucraina, e attende da Kiev luce verde per recarsi a Chernobyl
.
A Zaporizhzhia «sabato scorso c’è stato un episodio di violenza: una
dimostrazione e qualcuno ha sparato. Non è sostenibile nel tempo».
L’intervista integrale è qui.
Ore 7.15 – Gli attacchi respinti dall’Ucraina
Le truppe della Federazione Russa stanno cercando di sfondare la
difesa militare vicino alla città di Izyum per stabilire il controllo su
Mariupol: e intanto, nel territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk,
i soldati ucraini hanno sventato otto attacchi russi. A riferirlo —
confermando l’aumentata pressione della Russia nella zona Est
dell’Ucraina — è lo stato maggiore dell’esercito di Kiev nel suo
ultimo aggiornamento sulla situazione sul campo.
Ore 7.00 – Le evacuazioni di civili, in treno, dal Donbass
Venerdì, due missili russi hanno colpito la stazione di
Kramatorsk, in Ucraina, uccidendo 52 persone e ferendone più di 100.
Stavano cercando di mettersi in salvo dall’annunciata offensiva della
Russia contro il Donbass.
Oggi le autorità di Lugansk sono tornate a chiedere alla popolazione
civile di lasciare le zone dove ha costruito la sua vita — e di farlo
fidandosi, ancora una volta, della sicurezza della rete ferroviaria:
nove treni saranno utilizzati, domenica, per le evacuazioni.
Ore 6.35 – La Finlandia si prepara a candidarsi a entrare nella Nato
La Finlandia si sta preparando per una decisione potenzialmente
storica «entro la metà dell’estate»: se candidarsi per aderire alla Nato
come deterrente contro l’aggressione russa. Lo riferisce il quotidiano
britannico The Guardian. La
nazione nordica di 5,5 milioni di abitanti tradizionalmente non si è mai
schierata sotto il profilo militare, in parte per evitare minacce dal
«nemico vicino a Est» con cui condivide 1.300 chilometri di confine.
Ore 6.15 – Stoltenberg: «Un esercito Nato permanente ai confini»
La Nato sta lavorando a piani per schierare una presenza militare
permanente ai propri confini per contrastare una futura aggressione
della Russia. Lo riporta il Telegraph, citando il segretario generale
dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. La Nato si trova «in mezzo a
una trasformazione fondamentale» che riflette «le conseguenze a lungo
termine» delle azioni del presidente russo Vladimir Putin, ha detto
Stoltenberg, secondo cui «quella che abbiamo di fronte ora è una nuova
realtà, una nuova normalità per la sicurezza europea». Per questo è
stato chiesto ai comandanti militari di fornire opzioni «per un
adattamento a lungo termine della Nato».
Ore 5.00 – L’intervista a Zelensky
«Nessuno vuole negoziare con una persona, o con un popolo, che hanno
torturato questa nazione. È comprensibile. Come uomo, come padre, lo
capisco perfettamente. Ma non vogliamo perdere opportunità — se ce ne
sono — per una soluzione diplomatica».
Volodymyr Zelensky parla così ad Adam Schreck, Mstyslav Chernov ed
Evgeniy Maloletka, i cronisti della Associated Press che lo intervistano
e lo fotografano all’interno del palazzo presidenziale di Kiev,
tappezzato di sacchi di sabbia.
Visibilmente esausto — nota l’agenzia — eppure animato dalla
volontà di continuare a guidare la resistenza del suo Paese di fronte
all’invasione della Russia, Zelensky si trova ora in uno snodo cruciale
della guerra.
L’Ucraina è riuscita a negare alla Russia tutti gli obiettivi che si
era prefissata: Mosca non ha conquistato alcuna grande città, ha dovuto
rinunciare a prendere Kiev, si è ritirata dal Nord del Paese. Eppure
l’armata di Putin ha devastato l’Ucraina, compiuto massacri e torture
(giovedì 52 civili sono stati uccisi dai missili lanciati contro una
stazione a Kramatorsk, e non è che l’ultimo di una catena ininterrotta
di episodi agghiaccianti), e si appresta a scatenare un inferno di fuoco
nel Donbass.
«Dobbiamo combattere, ma combattere per la vita. Non si può
combattere per la polvere, per un Paese dove non c’è più nulla, dove non
c’è più nessuno. Per questo è importante che questa guerra si fermi». E
per questo, continua Zelensky, è così importante che dall’Occidente
arrivino le armi in grado di consentire all’Ucraina di resistere alla
Russia: «No, quanto fatto finora» dagli alleati «non è abbastanza».
Le promesse di armi — dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti,
dall’Unione europea — si moltiplicano, in queste ore: e Zelensky chiede
che «si faccia presto».
Se fossero arrivate prima, quante vite sarebbero state salvate?
«Spesso si cercano risposte negli altri. Io le cerco innanzitutto in me
stesso. Abbiamo fatto tutto il possibile per avere quelle armi? Abbiamo
fatto il possibile perché i leader degli altri Paesi credessero in noi?
Siamo all’altezza del tempo e del luogo in cui siamo stati chiamati a
vivere? Chi lo sa? Io no. E ognuno può farsi queste domande».
In un video su Telegram, Zelensky interpreta quella che è la vera
portata della sfida con la Russia. Occorre «fare più pressione sulla
Russia per ripristinare il prima possibile la pace e la sicurezza, per
ripristinare il diritto il prima possibile ed evitare la catastrofe data
dall’utilizzo della forza. Una catastrofe che colpirà tutti, perché la
Russia non aveva intenzione di fermarsi solo all’Ucraina, alla
distruzione della nostra libertà e della nostra vita. Tutto il progetto
europeo è nel mirino della Federazione russa».
CORRIERE.IT
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