Variante XE, sintomi e contagiosità: cosa sappiamo finora

di Cristina Marrone

Figlia di Omicron BA.1 e BA.2 potrebbe essere più trasmissibile ma al momento non sembra causare malattia più grave. Gli «ibridi» saranno sempre più frequenti

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Che cosa è XE?

Ormai se ne parla da giorni: la nuova variante ibrida del Covid 19, battezzata XE sta suscitando nuove preoccupazioni proprio nel momento in cui quasi tutto il mondo sta abbandonando le restrizioni, Italia compresa. XE è una combinazione di varianti già altamente trasmissibili BA.1 e BA.2 di Omicron ed è stata rilevata per la prima volta il 19 gennaio nel Regno Unito. XE presenta tre mutazioni che non sono presenti né in BA.1 né in BA.2. La sua proteina Spike deriva da BA.2, che in Italia aveva raggiunto una prevalenza del 44 per cento già lo scorso 22 marzo.

Secondo alcuni scienziati chi si è contagiato con BA.2 dovrebbe conservare una certa protezione contro XE (il tampone rileva tuttavia solo la positività e non il ceppo), anche se per ora si tratta ancora di ipotesi ancora molto preliminari.

«Le varianti ricombinanti sono ben descritte per altri virus e spesso non sono associate a un pericolo maggiore«, afferma il dottor Andrew Badley, professore di malattie infettive presso la Mayo Clinic

Quanto è diffusa XE?

Nel Regno Unito sono stati assegnati a XE oltre mille genomi virali. La variante ricombinante è presente anche negli Stati Uniti, Thailandia, India, Giappone e altri Paesi. In base al report inglese la variante XE sembrerebbe più frequente nelle donne in ogni fascia di età.

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Uk Health Security Agency

È davvero più trasmissibile?

Secondo le stime attuali che arrivano dal Regno Unito XE ha un vantaggio di trasmissione che va dal 12,6% al 20,9% rispetto a Omicron 2 e questo la renderebbe la sottovariante di Omicron più trasmissibile finora emersa. Ogni volta che emerge una nuova variante più trasmissibile è altamente probabile che con il tempo possa diventare dominante. I dati disponibili tuttavia non permettono di trarre conclusioni su questo punto. Tuttavia se i dati di trasmissibilità venissero confermati alcune stime si spingono ad affermare che nel Regno Unito XE potrebbe diventare dominante nel giro di un paio di mesi.

È una variante preoccupante?

L’Organizzazione mondiale della Sanità non ha assegnato a XE una lettera greca: per il momento appartiene a Omicron, almeno fino a quando non verranno identificate differenze significative nella trasmissione e nelle caratteristiche della malattia, inclusa la gravità. Non è stata classificata come una nuova VOC (variante di preoccupazione)

Che tipo di malattia provoca?

Non ci sono dati statisticamente rilevanti sulla sua gravità (anche se non sembra essere variato il tasso di mortalità o di ricovero) o sulla capacità di eludere l’immunità acquisita da vaccino o da precedente contagio. Finora non si registrano segnalazioni di sintomi differenti che includono affaticamento, letargia, febbre, mal di testa, dolore muscolare e osseo. Tuttavia al momento la gravità della malattia da XE sembra essere lieve e non ci sarebbero differenze con Omicron, anche se va tenuto conto che sempre più persone, a livello globale, sono vaccinate, e che questo possa contribuire a una manifestazione di sintomi più lievi.

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