La nuova geopolitica con la guerra in Ucraina: diviso e militarizzato il mondo non è più lo stesso
Si può sperare che la Terza guerra mondiale non divampi in modo esplicito. Ma chi comanderà la economia, i rapporti politici, la diplomazia della nuova guerra fredda nel nostro campo? Americani e inglesi? E l’Unione europea? I tedeschi con il loro nuovo possente esercito, che segna la fine dei rimorsi del 1945? E ancora siamo pronti agli urti innumerevoli nel terzo mondo, spazio aperto per la guerra parallela, per il controllo dei poveri, delle materie prime, delle piccole tirannidi con cui fino ad ora abbiamo continuato a sfruttarlo? Ebbene lì partiamo svantaggiati, azzoppati dall’accusa spesso fondata di sfruttatori indifferenti, di amici disinvolti e bugiardi dei tiranni.
In Francia dopo il primo turno delle presidenziali ci si interroga su quel trenta per cento, forse più, di elettori che hanno votato per partiti che si sono schierati con la Russia. La quinta colonna? Che faranno quando lo scontro sarà aperto, diretto? In Italia si fa la conta litigando di quanti sono gli arruffapopoli più o meno titolati che vanno in tv a recitare la parte dei dissidenti. I partiti con tentazioni putiniane in 24 ore si sono allineati, salvando la faccia e l’anima con dichiarazioni francescane di pacifismo e di ragionevolezza. Occupiamoci del gas…
È compito della politica dire la verità, con chiarezza, su cosa è in gioco, e sui sacrifici, giusti e indispensabili, per fermare l’aggressore, non trincerarsi dietro il minimalismo dei termosifoni. Le nostre generazioni, al contrario di quelle dei nostri padri, hanno avuto in occidente la possibilità di restare in disparte, di esimersi dalle guerre degli altri. Eravamo il posto in cui rifugiarsi, eravamo la pace conquistata. Ebbene non sarà più così. Non saremo più il mondo della sicurezza. Prima parlavamo di pace e di guerra ma molti non sapevano di cosa stessero parlando. La pace con la globalizzazione e la cultura senza frontiere era una abitudine, era l’aria che ognuno respirava senza pensarci. La guerra era una parola, un concetto puramente teorico. Ora affrontiamo lo choc di questa rivelazione, apertamente.
LA STAMPA
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