Cosa prevede il nuovo Dl Pnrr: dalle regole per lingue straniere e social nei concorsi in Pa alle multe anticipate per chi non ha il Pos

L’Italia deve centrare entro giugno 45 obiettivi del Pnrr, almeno una decina sono già stati incassati, ma per non perdere lo slancio il Governo ha messo a punto un nuovo decreto che spiana la strada alla corsa verso il traguardo di metà anno. Le misure contenute nei 41 articoli del dl coprono un’ampia gamma di temi, e consentiranno anche di cambiare la destinazione dei fondi del Pnrr risparmiati: purché restino all’interno della stessa missione, potranno andare a rafforzare i “Progetti bandiera” delle Regioni.

Di seguito le misure principali del nuovo decreto Pnrr.

Come cambiano le assunzioni nella Pa, norme per i social

La “riforma del processo di assunzione” prevede che i candidati conoscano almeno una lingua straniera, da verificare nei concorsi per accedere a un posto di lavoro pubblico. Viene  anche disciplinato il “corretto utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di informazione e social media”, anche per “tutelare l’immagine della pubblica amministrazione”. Nella Pa arriva anche una newco per spingere la digitalizzazione di Inps, Inail, Istat e delle pubbliche amministrazioni centrali.

Nasce un Cts sull’efficienza della giustizia

Presso il Ministero della giustizia viene istituito il Comitato tecnico-scientifico per monitorare l’efficienza della giustizia civile, la ragionevole durata del processo e la statistica giudiziaria. Valuterà periodicamente il raggiungimento degli obiettivi di “accelerazione e semplificazione” dei procedimenti civili. Il comitato è presieduto dal ministro della giustizia o da un suo delegato ed è formato da massimo 15 componenti, per cui non sono previsti compensi.

Lotta all’evasione e multe per chi non ha il Pos

Multe anticipate al 30 giugno (invece che da gennaio 2023) per gli esercenti che non accettano pagamenti con carte, e vengono aboliti gli esoneri per la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica delle fatture. 

Un Portale unico per contrastare il lavoro nero

Nasce il Portale unico del contrasto al lavoro sommerso che accentra in un’unica banca dati i risultati delle attività di vigilanza in materia di lavoro sommerso esercitate dai diversi organi ispettivi. Ad annunciarlo il ministero del Lavoro: la norma, proposta dal ministro Andrea Orlando, è contenuta nel decreto. Al fine di una efficace programmazione dell’attività ispettiva nonché del monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso su tutto il territorio nazionale – spiega la nota del ministero – le risultanze dell’attività di vigilanza svolta dall’Ispettorato nazionale del lavoro, dal personale ispettivo dell’Inps, dell’Inail, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza sulle violazioni in materia di lavoro sommerso, nonché in materia di lavoro e legislazione sociale, confluiscono in un portale unico nazionale gestito dall’Ispettorato nazionale del lavoro denominato Portale Nazionale del Contrasto al Lavoro Sommerso.

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