L’aggiornamento militare sulla guerra in Ucraina e i tre fattori del conflitto: sorpresa, forza, armi
di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Le sorprese arrivano dal fronte meno seguito, quello del mare. La forze è dell’esercito russo, che punta a conquistare il Donbass. Le armi arrivano dall’Occidente: i numeri sono considerevoli, ma la battaglia tritura vite, consuma scorte e i difensori saranno pressati da più direzioni
Tre fattori dettano le mosse del conflitto. La sorpresa. La forza. Le armi.
La sorpresa
C’è in ogni guerra. E questa lo è ancora di più perché arriva dal fronte meno seguito, quello del mare. Il disastro dell’incrociatore russo Moskva lo racconta in un intreccio di versioni. L’attacco ucraino con un missile Neptune, prodotto locale, con un raggio di 300 chilometri circa. La mina vagante. L’esplosione per un incidente. Scenari diversi che hanno conseguenze evidenti: un colpo per Putin; la flotta perde l’ammiraglia e potrebbe rinviare ancora una volta lo sbarco nel settore di Odessa. Una manovra al fine di creare un corridoio nella zona meridionale dell’Ucraina sull’asse Est-Ovest.
Se sono stati davvero dei missili, la Marina dello zar dovrà tenersi in zona di sicurezza e sarà costretta anche ad aumentare la sorveglianza: una mezza dozzina di unità — stando al Pentagono — si è infatti già allontanata. Mossa che può essere segnale di timore e indirettamente una conferma che si è trattato di un attacco. Mosca, pur regnando sul Mar Nero, ha già subito danni a due navi di grande tonnellaggio. Si è ripetuto ciò che è avvenuto nell’arena terrestre: i russi si sentivano sicuri ed hanno incontrato sorprese a non finire. L’ottima organizzazione bellica dell’Ucraina, gli apparati anti-carro e anti-aerei, la flessibilità dell’avversario.
Il risultato è che il Cremlino si muove da grande potenza, tuttavia la vede «contestata» ogni giorno. Ciò non vuol dire che ha perso, ma solo che deve tenere conto di chi è dall’altra parte della barricata, un avversario spesso cancellato dalla propaganda e dalla sottovalutazione. È possibile che Kiev abbia ingannato i russi facendogli credere di non essere abbastanza armata per minacciare la flottiglia: il continuo appello di Zelensky ad avere sistemi missilistici ad hoc può aver illuso gli ammiragli della Marina russa e del resto le pochissime navi ucraine sono state eliminate subito.
La Moskva si è adagiata alla sua routine, lasciando tracce visibili annotate all’intelligence locale da quella occidentale, sostenuta da voli di ricognizione costanti. Ma anche se è stata una mina o un marinaio incauto, il messaggio che passa è quello di un dispositivo afflitto da problemi e che si prepara ad un nuovo assalto.
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