Gas, missione di Draghi in Africa: tappe in Congo e in Angola
di Fabio Savelli
Due tappe subito dopo Pasqua: Angola e Congo tra il 20 e il 21 aprile. Una terza, ancora in forse, ai primi di maggio in Mozambico. Alla ricerca di (almeno) 5 miliardi di metri cubi aggiuntivi entro l’anno prossimo sviluppando un progetto già avviato dall’Eni in Congo. Il premier Mario Draghi prosegue la strategia di diversificazione nell’approvvigionamento di gas tentando di smarcare l’Italia dalle forniture della russa Gazprom, che l’anno scorso ha garantito oltre 29 miliardi di metri cubi di metano. Una necessità che va di pari passo con le interlocuzioni di questi giorni a Bruxelles per trovare una sintesi unitaria dell’Europa sul pagamento delle forniture di metano. Resta come ultima istanza l’ipotesi di procedere all’embargo del gas da Mosca se Vladimir Putin dovesse perseguire la strada del pagamento in rubli «incompatibile» con l’architettura di sanzioni europee secondo il parere dei servizi legali del Consiglio Ue. Energia
Intanto, l’Italia ha riaperto l’ambasciata a Kiev, tra i primi Paesi con la Francia: l’ambasciatore Pier Francesco Zazo è tornato ieri nella capitale e da lunedì l’ufficio sarà del tutto operativo. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha ringraziato «per il coraggio e la dedizione» Zazo, che nei prossimi giorni «ha incontri con le autorità ucraine e visiterà le aree occupate dai russi».
La riconversione
Sul gas il sentiero è strettissimo. Sostituire, dall’oggi al domani, il 38% del fabbisogno è impresa quasi impossibile. E l’arrivo della stagione estiva, in cui i consumi scendono, aiuta relativamente visto che è proprio in questo momento che si fanno acquisti per costituire le riserve di gas necessarie al prossimo inverno. Per emanciparsi da Mosca potrebbe servire una fase di transizione di almeno un paio di anni, anche perché il gas non è necessario solo per le utenze domestiche e industriali che in inverno osservano un picco di domanda, ma anche per alimentare (in parte) le centrali termoelettriche per la produzione di energia che invece hanno una dinamica uniforme tutto l’anno. La task force messa in piedi da Palazzo Chigi prevede il coinvolgimento nelle missioni estere del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Proprio l’Eni, società quotata controllata al 30% dalla pubblica Cassa Depositi, è il pivot di questa strategia. L’azienda si sta attivando per stipulare contratti per volumi aggiuntivi di gas naturale tra Angola e Mozambico.
Carenza di gnl
L’offerta di gas naturale liquefatto nel mondo non è adeguata a sostituire da subito il flusso strutturato della rete di gasdotti europei alimentata dalle forniture russe. Delle 87 milioni di tonnellate di gnl in contratti attivi solo 51 milioni sono realisticamente disponibili per il mercato europeo, ha spiegato un’analisi di Bloomberg. Dunque l’ipotesi dei razionamenti in vista dell’inverno è tutt’altro che remota.
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