La Russia ripensa ai sommergibili classe Typhoon

Federico Giuliani

Avrebbero dovuto guidare un eventuale conflitto nucleare contro gli Stati Uniti e i loro alleati ai tempi della Guerra Fredda. Erano considerati veri e propri “mostri meccanici” vista la loro stazza imponente e per il fatto di essere, a maggior ragione in quel delicato periodo, i più grandi sottomarini mai costruiti. Oggi i sottomarini nucleari russi della classe Typhoon sono stati ritirati o messi in disarmo.

Molti sono stati perfino “uccisi” da americani e canadesi in seguito all’accordo di riduzione delle armi START-3. Ebbene, tutti hanno fatto questa fine tranne un unico esemplare. Che oggi potrebbe essere rilanciato in un ipotetico confronto, più o meno a distanza e più o meno caldo, con Washington.

Già, perché nel 2019, come ha ricordato il sito 19fortyfive, un vice ammiraglio della Marina russa ha insistito sul fatto che la classe Typhoon potrebbe essere equipaggiata con centinaia di missili da crociera, dando di fatto ai sottomarini una nuova prospettiva di vita come massive-retaliation missile carriers, ovvero vettori missilistici. Servirà del tempo, certo, ma è bene considerare fin da adesso l’eventualità di poter dovere a che fare con un jolly in più nelle mani di Mosca.

La Classe Typhoon

Secondo fonti russe, un sottomarino classe Typhoon sommerso sarebbe capace di spostare fino a 48.000 tonnellate, mentre altre fonti si fermano a quasi 34.000. Giusto per fare un confronto, i più grandi sottomarini compresi nell’arsenale degli Stati Uniti, appartenenti alla classe Ohio, hanno una cilindrata di appena 19.000 tonnellate, rendendo i Typhoon due volte e mezzo più grandi per dislocamento.

Gli ex mostri sovietici sono così imponenti per via dei suoi missili balistici. Come ha spiegato lo Us Naval Institute, il missile R-39 (NATO SS-N-20) a bordo di un Typhoon pesa 90 tonnellate al lancio mentre il missile statunitense equivalente, il Trident D-5 a propellente solido, pesa circa 59 tonnellate e ha un diametro di 2,11 metri.

Sempre a detta dello Us Naval Institute, questa simile disparità di dimensioni tra i missili americani e quelli sovietici/russi dipenderebbe dalle diferenze nella maturità dell’industria della plastica, che negli Stati Uniti è stata in grado di creare sia giocattoli di plastica per bambini, sia importanti raccoglitori per componenti di missili a combustibile solido.

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