“Covid tornerà di certo in autunno, ma non fa paura. Si spera ci saranno già vaccini panvarianti”
di Silvia Renda
“Essendo un virus respiratorio sicuramente lo ritroveremo in
autunno/inverno. Di certo non è destinato a scomparire ancora, ci sarà
sempre a livello endemico e avrà un picco nella stagione invernale.
Quello che ci conforta è che il continuo comparire di varianti può
aumentare la contagiosità, ma diminuisce la patogenicità. Ci saranno
sempre meno ricoveri e ad ogni modo la speranza è che arrivi per quel
peridodo un vaccino parivariante”. Il ritorno del Covid
è atteso, ma non fa paura secondo Pierangelo Clerici, presidente
dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) e della
Federazione Italiana Società Scientifiche di Laboratorio. La
recrudescenza del virus, prevista dagli esperti nella fase autunnale, a
parere del microbiologo sarà più gestibile e non necessiterà nuovamente
la presenza del Cts e di Fiugliolo per domarne gli effetti.
Professor Clerici, quindi è improbabile che ci troveremo nella stessa fase degli ultimi due autunni passati, come se nulla fosse stato fatto?
Assolutamente, la condizione sarà migliore. Le vaccinazioni sono ormai
incrementate in maniera importante, nonostante qualcuno non abbia
risposto agli ultimi richiami. Non dovremmo ritrovarci come l’inverno
scorso, drammatico non tanto per la quantità di ricoveri ospedalieri, ma
per la positività riscontrata su un numero di tamponi giornalieri
allucinante e ingiustificato.
Eppure in Italia si parla spesso di un problema di tracciamento. I casi Covid sarebbero molti di più di quelli rilevati.
Ma i casi sommersi ci sono sempre stati. Se una persona non ha sintomatologia e non sa di aver avuto un contatto, difficilmente si sottoporrà a tampone. Ma è giusto che sia così. Il sommerso c’è in tutte le malattie infettive, quello che ci può preoccupare è chi, pur consapevole di essere a rischio, non controlli. Ma in assenza di sintomi se fosse messa in atto l’autosorveglianza con Ffp2, siamo sufficientemente tranquilli. Il ritorno alla normalità avviene per step e uno è proprio questo. Non serve tamponare tutti. È inutile caricare le strutture con tamponi che non servirebbero a nulla.
E il sequenziamento?
È vero, siamo molto indietro rispetto ad altri paesi come Inghilterra e
Francia, ma sappiamo che la variante Omicron è prevalente al 100%: i
dati li abbiamo.
A proposito di varianti: possiamo stare tranquilli o dovremmo temere l’arrivo di qualcuna più pericolosa?
La variante per tradizione nei virus aumenta la loro capacità di
trasmettersi, ma con una riduzione del potere patogeno. Quello che
potrebbe spiazzarci è un ricombinante: due virus di genotipi diversi che
si uniscono, ad esempio il ceppo Wuhan con quello Omicron. Ma è un
evento estremamente raro.
Il controllo del virus passa anche dal vaccino. In autunno potremmo ritrovarci tutti a effettuare la quarta dose?
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