Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Putin lancia l’offensiva sul Donbass, conquistata Kreminna. Macron: «Il dialogo con lui si è fermato»
Ore 7.25 – Presa la città Kreminna. I governatori ai civili: «Andatevene ora»
Le truppe russe hanno preso la città di Kreminna, nell’Est
dell’Ucraina. A dirlo è il governatore di Luhansk, Sergiy Gaiday.
«Abbiamo perso il controllo della città, ci sono scontri in strada. I
russi hanno ucciso chi cercava di andarsene — in particolare un’auto con
quattro civili».
Kreminna è una città di 20 mila abitanti a circa 50 chilometri da
Kramatorsk, ed è uno degli snodi strategici per l’avanzata dell’esercito
di Mosca.
Ore 7.22 – L’Ucraina «ha colpito un villaggio al confine russo»
Le forze ucraine hanno colpito un villaggio russo al confine: la
denuncia arriva dal governatore della provincia di Belgorod, Vyacheslav
Gladkov. Nei giorni scorsi la Russia ha denunciato più volte attacchi
russi oltreconfine, e nelle scorse settimane ad essere stato colpito era
stato un deposito di carburante.
Ore 7.12 – La missione cinese nell’Est dell’Europa
La posizione della Cina nei confronti di Mosca — con la
decisione di non condannare l’invasione, e di non partecipare alle
sanzioni occidentali, anzi di additarle esplicitamente come
«illegittime» — ha danneggiato la percezione di Pechino nell’Est
dell’Europa. Per tentare di porre riparo a questa situazione, che
rischia di danneggiare Pechino, Xi Jinping ha deciso di inviare nell’Est
dell’Ue Huo Yuzhen, rappresentante speciale della Cina per l’Europa
centrale e orientale. Visiterà la Repubblica ceca, la Slovacchia,
l’Ungheria, la Croazia, la Slovenia, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania
e la Polonia.
La Cina ha inviato pochi giorni fa un carico di missili antiaereo
alla Serbia: e non sono pochi a temere che quelle armi possano essere
poi segretamente fatte arrivare alla Russia. L’Europa — come ricorda
Politico Europe — crede di avere «prove molto solide» del fatto che
Pechino abbia almeno preso in considerazione l’ipotesi di fornire
supporto militare a Mosca.
Ore 7.05 – La 126esima brigata russa del Mar Nero sconfitta al 75%
La 126ma Brigata di difesa costiera russa della flotta del Mar
Nero «ha subito perdite pari al 75%»: ad affermarlo è l’ultimo rapporto
operativo pubblicato dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine.
L’esercito di Kiev ha anche affermato che l’810ma Brigata marina
separata della marina russa del Mar Nero ha perso 158 soldati per mano
delle forze ucraine, con circa 500 altri feriti e 70 considerati
dispersi. In tutto, i soldati russi che l’esercito ucraino afferma di
aver ucciso sono oltre 20mila — una cifra che non trova conferme dal
Cremlino.
«Gli sforzi principali del nemico – rilevano infine i militari
ucraini – si concentrano sullo sfondare la difesa delle nostre truppe
nelle regioni di Luhansk e Donetsk, oltre a stabilire il pieno controllo
sulla città di Mariupol».
Ore 6.55 – La videochiamata di Biden con gli alleati, oggi
La risposta alla «seconda fase» del conflitto in Ucraina – a
livello militare ed economico — sarà al centro oggi di una videochiamata
tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e gli alleati. A
confermarlo è una nota della Casa Bianca: «Il presidente», si legge,
«convocherà una videochiamata con alleati e partner per discutere del
nostro continuo sostegno all’Ucraina e degli sforzi per ritenere la
Russia responsabile come parte del nostro stretto coordinamento».
L’Europa sta preparando un pacchetto — il sesto — di sanzioni nei
confronti della Russia (si concentrerà sul petrolio e su Sberbank, ha
anticipato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
domenica); anche la Casa Bianca valuta nuove sanzioni.
Ore 6.45 – Il capo di Azov al Corriere: «La resa? Non contemplata»
«Resa? Non ne abbiamo mai neppure parlato. I russi possono
tranquillamente fare a meno dei loro ultimatum». A parlare all’inviato
del Corriere Lorenzo Cremonesi è Michail Pirog, comandante del quarto
Battaglione dei volontari della formazione nazionalista Azov, circa
mille uomini nel distretto di Zaporizhzhia, la città del Centro-Sud più
prossima a Mariupol. «Gli eroi combattenti di Mariupol si batteranno
sino all’ultimo uomo, non cercano il martirio ma sono pronti a morire.
Ma i rinforzi arriveranno prima».
Nell’acciaieria sottoposta, da giorni, ad attacchi senza sosta «ci
sono Marine della 36esima e 503esima Brigata, soldati della Guardia
nazionale e tanti volontari della Azov. Sono unità ancora operative,
siamo riusciti a inviare loro rinforzi di armi e munizioni sino a poche
settimane fa. Possono ancora resistere per settimane, ma gli mancano
cibo e acqua — come ai civili».
E ancora: «I nostri posseggono ancora razzi, armi anticarro, mortai
leggeri. Sono soldati di un esercito, non guerriglieri urbani».
L’intervista integrale è qui.
Ore 6.09 – Macron, dopo massacro Bucha mai più parlato con Putin
«Dai massacri che abbiamo scoperto a
Bucha e in altre città, la guerra ha preso una piega diversa, quindi non
gli ho parlato più direttamente da allora, ma non escludo di farlo in
futuro». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron a France 5,
come riporta The Guardian, spiegando che i suoi colloqui con il
presidente russo Vladimir Putin si sono bloccati dopo che la scoperta
delle uccisioni di massa in Ucraina.
Ore 6.03 – Onu, tempi non ancora maturi per un cessate il fuoco
Il capo umanitario delle Nazioni Unite ha affermato che «i tempi
non sono ancora maturi» per stabilire un cessate il fuoco per portare
aiuti umanitari in Ucraina. «Forse ci sarà un po’ di maturità», ha detto
il sottosegretario generale Martin Griffiths in una conferenza stampa.
Dopo aver viaggiato a Kviv e Mosca per incontri di alto livello con
funzionari ucraini e russi questo mese, Griffiths ha detto
all’Associated Press di aver percepito poca fiducia tra gli avversari e
di essere «non ottimista». Griffiths ha chiesto che Russia e Ucraina
tornassero a colloqui volti a porre fine alla guerra e per
«un’accettazione molto, molto più volontaria, principalmente della
Federazione russa, per consentire ai convogli di entrare e uscire». «Per
ora, aiutiamo le persone dove ne hanno bisogno», ha affermato Griffith.
Ore 5.13 – Kiev, navi russe si ritirano a 200 km da costa
Nel Mar Nero, missili e mezzi da
sbarco russi si sono ritirati a quasi 200 chilometri dalla costa. Lo ha
riferito il comando operativo «Sud» delle forze armate ucraine, come
riporta il sito The Kiyv Independent.
Si segnala, però, che permangono il blocco della navigazione e la
minaccia di attacchi missilistici. Secondo il comando operativo «Sud», i
combattenti ucraini hanno respinto l’assalto del nemico intorno ad
Aleksandrovka nell’area di Kherson, hanno distrutto 28 occupanti e
cinque unità di equipaggiamento della Federazione Russa, tra cui
corazzate, ingegneristiche, automobilistiche e UAV.
Ore 4.34 – Ex presidente Usa Trump sollecita intesa tra i Paesi
L’ex presidente degli Stati Uniti
Donald Trump ha sollecitato ieri la fine dei combattimenti in Ucraina e
un accordo tra i presidente Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky che
ponga un argine alle violenze. «Non ha senso che Russia e Ucraina non
siano sedute a lavorare a un qualche tipo di accordo», ha dichiarato
Trump ieri, 18 aprile. Nei giorni scorsi l’ex presidente Usa aveva fatto
eco al presidente Joe Biden, definendo quanto sta accadendo in Ucraina
«un genocidio». «Se non troveranno presto un accordo – ha avvertito ieri
l’ex presidente – non rimarra’ altro che morte e distruzione. (…)
Questa guerra non sarebbe mai dovuta accadere, ma e’ accaduta. Una
soluzione non sara’ mai buona quanto quella che si sarebbe potuto
trovare prima di lasciare spazio alle armi – ha affermato Trump – ma una
soluzione esiste, e va trovata adesso, non piu’ tardi, quando saranno
tutti morti!». La stampa Usa ricorda come all’inizio del conflitto in
Ucraina Trump avesse attirato critiche bipartisan per aver definito
«molto furba» la decisione del presidente russo Vladimir Putin di
riconoscere ufficialmente l’indipendenza delle province separatiste
ucraine nel Donbass.
Ore 2.20 – Usa, non escluso Russia tra «Stati terroristi»
Gli Stati Uniti non escludono la possibilità di considerare
ufficialmente la Russia come uno «stato sponsor» del terrorismo, il che
comporterebbe una nuova serie di sanzioni e restrizioni. Lo ha detto il
portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price. «Stiamo valutando con
attenzione i fatti e quello che dice la legge – ha spiegato Price – se
ci saranno le condizioni, e ci verrà data la possibilità legale di
agire, lo faremo». Lo status di «sponsor del terrorismo» viene assegnato
a quei Paesi che risultano aver «dato ripetutamente sostegno ad atti di
terrorismo internazionale». La settimana scorsa il presidente ucraino
Volodymyr Zelensky aveva chiesto al presidente americano Joe Biden di
fare questo passo e considerare la Russia uno Stato terrorista. Al
momento sono quattro i Paesi nella «lista nera»: Corea del Nord, Iran,
Cuba e Siria.
Ore 2.08 Casa Bianca, domani colloquio tra Biden e alleati
Il presidente degli Stati Uniti Joe
Biden terrà domani, martedì, una serie di videochiamata con gli alleati e
i partner. I colloqui saranno incentrati sul «sostegno all’Ucraina» e
sulle iniziative da prendere per «chiedere conto alla Russia delle sue
azioni». Lo riporta la Casa Bianca.
Ore 2.02 – Sindaco, 40mila civili deportati da Mariupol
Il sindaco di Mariupol, Vadym
Boichenko, ha affermato che circa 40.000 civili sono stati «deportati
con la forza» dalla città in Russia o nelle regioni dell’Ucraina
controllate dai russi. Lo riporta la Bbc. Parlando alla televisione
ucraina, Boichenko ha dichiarato che tali numeri sono stati «verificati
attraverso il registro municipale».
Ore 1.08 – Mariupol, in acciaieria molti donne-bimbi e anziani: almeno 1.000 i civili nascosti nei rifugi
Sono almeno 1.000 i civili che si
stanno nascondendo nei rifugi sotto l’acciaieria Azovstal, per lo più
donne con bambini e anziani- Lo afferma su Telegram il Consiglio
comunale di Mariupol. Le autorità della città ucraina sudorientale
assediata aggiungono che le forze russe hanno continuato a bombardare
l’acciaieria, nonostante i civili si siano riparati sotto di essa.
Ore 00.48 – Ucraina: media,respinti 7 attacchi russi su confine orientale Secondo il sito del giornale The Kyiv Independent le forze ucraine nell’Ucraina orientale hanno respinto 7 attacchi russi. Secondo l’esercito ucraino, il seguente equipaggiamento russo è andato perso: 18 veicoli corazzati da combattimento, dieci carri armati, otto camion, quattro UAV e un caccia SU-30.
Ore 00.35 – Esplosioni a Kharkiv
Pesanti bombardamenti sarebbero in corso a Kharkiv, secondo quanto riporta Ukraina 24.
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