Donbass, scatta l’assalto
Francesco Semprini
È iniziata. L’armata di Vladimir Putin inaugura l’offensiva di terra nel Donbass mettendo a segno la conquista di Kreminna, nell’ambito di una manovra concentrica che ha visto bombardamenti pesanti sulle due città più grandi della regione. Nella notte tra domenica e lunedì, attorno alle tre, un boato devastante ha fatto tremare Kramatorsk, ne è seguita una grande esplosione che ha illuminato a giorno il cielo della città, nel cuore del Donbass governativo.
Otto edifici residenziali e due scuole sono state distrutte, spiga il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. «I bombardamenti di artiglieria lungo l’intera linea del fronte non si sono fermati neppure un attimo», ha spiegato. Finora non sono state segnalate vittime, ma le forniture di elettricità e gas sono state interrotte in alcune zone, andando ad aggravare la situazione dei civili rimasti che non hanno potuto o voluto evacuare. Secondo fonti informate l’obiettivo del lancio era una base militare che si trova nella città, peraltro non lontana in linea d’aria alla stazione teatro della strage di civili del 9 aprile, quando un missile è esploso in aria uccidendo oltre cinquanta persone, tra cui dieci bambini, che attendevano gli ultimi treni per scappare verso Ovest.
Sia i funzionari ucraini che il ministero della Difesa russo hanno riferito di azioni militari diffuse nell’Est. Addirittura, da Mosca arriva la segnalazione che sono stati raggiunti circa 300 obiettivi attraverso il lancio di missili. Kyrylenko ha riferito che le truppe di Putin hanno sparato più intensamente nelle direzioni Mariinka, Avdiivka e Ocheretyne. Tutte e tre le città hanno subito ampi bombardamenti nelle ultime settimane, pur rimanendo ad ora sotto il controllo ucraino. Il ministero dell’Interno di Kiev ha detto che ieri nel Lugansk le forze russe «hanno sparato mortai, artiglieria e lanciarazzi multipli contro Severodonetsk, Rubizhne, Kreminna, Lysychansk, Popasna, Hirske e Zolote»: «Il nemico sta deliberatamente prendendo di mira palazzi e abitazioni private. A causa del bombardamento, 29 insediamenti sono rimasti senza elettricità, 38 insediamenti sono senza fornitura di gas. Non c’è fornitura di acqua a Rubizhne, Popasna».
Queste città e paesi formano un insieme di insediamenti urbani che sono stati la linea del fronte ucraino per diverse settimane e hanno subito ingenti danni. I funzionari stimano che oltre il 70% di Severodonetsk è stato distrutto. Nonostante i combattimenti, alcune evacuazioni sono continuate. Sergii Gaidai, capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, ha detto che «la situazione cambia ogni ora. Dove era ancora sicuro al mattino, ora esplodono le granate russe». E ieri mattina è arrivato il primo successo messo a segno dall’avanzata di terra ordinata dal Cremlino, i soldati russi hanno strappato il controllo della città di Kreminna, dopo un lungo combattimento urbano iniziato nella notte e durato sino ad oltre l’alba. A questo punto ogni evacuazione è diventata impossibile.
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