Il conflitto globale e il ritorno dei due blocchi

Più importante dell’allargamento militare sarà però il rivolgimento politico-strategico esaminato nell’incontro. Il «concetto strategico» approvato al termine del vertice sarà infatti radicalmente diverso, se non addirittura opposto, a quello rimasto in vigore dal 2010 ad oggi, basato su un’«autentica collaborazione strategica con la Russia». Il nuovo «concetto strategico» dell’Alleanza non prevederà, sembra di capire, alcuna interlocuzione con una Russia colpevole, secondo quanto ripetuto recentemente dal segretario della Nato, Jens Stoltenberg, di aver ripudiato ogni opzione di «dialogo significativo» con la Nato. Gli europei, spinti a varare piani che prevedono la drastica riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, saranno probabilmente gli alleati più duri da convincere. Se il ministro degli esteri olandese Wopke Hoekstra ribadisce la necessità di azzerare entro breve tutte le importazioni di petrolio e gas russi, lo stesso non si può dire per Francia e Germania.

Emmanuel Macron ha già fatto capire che, se rieletto, non rinuncerà a un dialogo con Mosca. E lo stesso viene fatto intendere, seppur meno esplicitamente, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Dunque nonostante la compilazione della prima parte del questionario per l’adesione all’Ue, l’Ucraina potrebbe restare motivo di divisione all’interno della Ue. Ma le divergenze dell’Unione resteranno bagatelle rispetto alla lacerazione di un continente tornato in preda a paure e divisioni. La caduta del Muro di Berlino le aveva cancellate. La guerra d’Ucraina le ha resuscitate. E ora sono pronte a segnare non i prossimi mesi, ma i prossimi decenni.

IL GIORNALE

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