Covid, il nodo mascherine: vanno o restano?

FRANCESCO RIGATELLI

Passata la Pasqua tornerà sul tavolo del ministro Speranza il nodo mascherine. In questi giorni di grandi movimenti le protezioni individuali sono state utili per accompagnare la discesa della curva dei contagi, ma con l’aumento della vita all’aperto potrebbero diventare meno necessarie. «Ci sono le condizioni per un’estate senza restrizioni», spiega il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, sottolineando che «dopo due anni di regole e divieti, soprattutto dopo che gli italiani si sono vaccinati, e hanno rispettato tutte le indicazioni del governo, è giusto dare messaggi positivi».

La decisione verrà presa a fine mese, una volta monitorati gli effetti degli spostamenti pasquali sulla curva dei contagi. I numeri di questi giorni sembrano buoni, ma scontano l’effetto della minore vigilanza durante le feste. E anche il premier Draghi è risultato positivo asintomatico. I contagi accertati a Pasqua sono 18.380 a fronte di 105.739 tamponi effettuati, mentre sabato l’incremento era di 51.993 con 334.224 test. Ieri i decessi sono stati 79 contro gli 85 di sabato per un totale di 161.766 morti da inizio pandemia. Salgono tasso di positività (dal 15,6% al 17,4%), ricoveri in terapia intensiva (+8) e nei reparti ordinari (+182). Il quadro complessivo è in miglioramento: negli ultimi 7 giorni ci sono stati 406.374 casi, in diminuzione del -7,1% rispetto alla settimana prima. Anche i decessi sono in calo: negli ultimi 7 giorni ci sono stati 903 morti, in diminuzione del -5,3% rispetto alla settimana prima.

Al contempo non ci si può nascondere che laddove le protezioni individuali vengano meno utilizzate, come per esempio in Regno Unito o negli Stati Uniti, il numero dei morti, soprattutto tra anziani e fragili, risulta elevato. Una questione che divide gli scienziati. Il microbiologo Andrea Crisanti suggerisce le mascherine solo ad anziani e fragili, in combinazione con la quarta dose, perché «con Omicron è cambiato il paradigma ed è diventato impossibile controllare la diffusione del virus, come dimostra la situazione di Shanghai in lockdown da un mese».

Di altro avviso l’infettivologo Massimo Galli: «La mascherina al chiuso non va abolita, e mi pare fuori discussione sui mezzi pubblici. Poi in molti continueranno a usarla comunque, in fondo siamo un Paese anziano e prudente». Galli, rispetto a Crisanti, pensa che «utilizzare l’infezione come vaccino sia inaccettabile. Basta ricordare le conseguenze possibili del long Covid, anche nei bambini. Tutti temi di cui tra l’altro si sa ancora poco».

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