Amministrative, da Verona alla Sicilia il centrodestra non esiste più
Il balletto delle dimissioni
Sospetti pesanti, quelli di La Russa. Conditi da un invito già rivolto a Musumeci: quello a dimettersi per fare in modo che le Regionali si svolgano il 26 giugno (in concomitanza con i ballottaggi delle amministrative) e costringere così gli alleati a corto di candidati a confluire sul presidente uscente. “Non hanno molto senso le date sfalsate fra amministrative e Regionali. Accorpare le due consultazioni – dice La Russa – farebbe il bene dei siciliani, cui risparmieremmo quattro mesi di balletto sulle candidature, e consentirebbe anche un notevole risparmio. Poi, certo, con questa soluzione l’esigenza di una pronuncia su Musumeci, da parte degli alleati, da urgente diverrebbe impellente. Sì, con Nello ho parlato: sta riflettendo”. In realtà, ambienti vicini al governatore dicono che sta per partire una “imponente campagna di comunicazione mirata al voto autunnale”. Ma tutto è sospeso, nell’isola che spesso ha anticipato esperienze politiche nazionali e che stavolta potrebbe fare da laboratorio di due diverse Destre in competizione elettorale fra loro. In provetta c’è pure un nuovo Grande Centro: a Palermo Roberto Lagalla, espressione dell’Udc e finora assessore della giunta Musumeci, è in corsa con l’appoggio dei renziani di Davide Faraone.
“Nello? Non ci posso credere”
Il tutto alla vigilia della convention milanese di Fdi dove fra gli invitati ci sono i capigruppo della Lega ma non Salvini. Di certo, Fi si stringe al Carroccio (che in Sicilia si presenta come “Prima l’Italia”, altro debutto) e snobba i Fratelli d’Italia: “Ho sentito dell’ipotesi di dimissioni di Musumeci. E anche Berlusconi ne è informato – dice Licia Ronzulli, delegata di Fi ai rapporti con gli alleati – Ma conosco Nello e so quanto tenga ai siciliani. Al punto, credo, da non tradirli in nome di poltrone e giochi di palazzo. Sul nome per le Regionali discuteremo dopo le amministrative”.
REP.IT
Pages: 1 2