Il punto di Andrea Margelletti: “Con o senza missili non siamo all’offensiva finale. E dopo il fallimento della guerra lampo Putin proverà l’opzione tsunami lento”
Emanuela Minucci
Professor Margelletti, che dice del missile spaventa-mondo lanciato ieri da Putin?
«Era una lancio previsto da tempo nel 2022, ma anticipato per dare un chiaro segnale agli occidentali. Ormai non passa giorno senza che il Cremlino non minacci di usare le armi atomiche».
E la lunga agonia di Mariupol a che cosa ci deve preparare?
«Gli scenari sono due, come le scuole di pensiero: la prima è che Putin deve vincere entro il 9 maggio, ottenendo qualche territorio come per esempio il Donbass, per dichiarare vittoria…».
E la seconda?
«Che Putin nonostante le oggettive
difficoltà incontrate in quella che credeva essere una guerra lampo non
abbia abbandonato il suo progetto di ricreare una grande area
russa dentro l’Europa perché il desiderio di passare alla storia è più
importante di ogni cosa, compresa la tenuta dell’economia del suo
Paese».
Ma se dovessimo prendere per buona la data del 9 maggio quando immagina ci sarà l’offensiva finale?
«La
cosiddetta offensiva finale non è ancora cominciata, molti dei
“battlegroup” sono in fase di arrivo o di assestamento. In ogni caso
l’attacco finale non si svilupperà come una poderosa spallata, ma come
un lento, ma inesorabile tsunami. E la cosa importante è che non sarà
più affidata a più generali, ma a uno solo che avrà la visione nel suo
complesso».
Putin insomma ha imparato la lezione della mancata presa lampo di Kiev…
«Proprio così. Ha imparato che l’impiego di forze altamente specializzate, ma leggere non possono avere la meglio sui carri armati forniti all’Ucrain adall’Occidente. Quindi tornano all’uso massiccio dell’artiglieria, dei bombardamenti aerei e della massa corazzata».
Quanto è importante la sostanza della postura militare e quanto l’immagine che vuole dare Putin al suo Paese?
«L’immagine che vuole rendere in generale è quella di un Paese e di un esercito che è molto feroce contro chi si oppone ai suoi desideri di conquista».
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