Elezioni in Francia: Macron più sicuro, per Le Pen nessuna rivincita. Il duello tv non sposta gli equilibri
dal nostro corrispondente Anais Ginori
PARIGI – Stessi protagonisti, copione diverso. Marine Le Pen comincia male, inizia a parlare non aspettando la fine della sigla, poi si riprende con un sorriso. “Sarò la presidente del buon senso” dice con tono un po’ ingessato, guardando sul tavolo i fogli. Emmanuel Macron parla a braccio, ma evita spesso lo sguardo della rivale. “Ho attraversato tante crisi, prendendo le buone decisioni. E voglio continuare a farlo per rendere paese più indipendente e forte”.
Il duello tv tra i due candidati al ballottaggio della presidenziale non è stato un semplice bis del 2017. Se cinque anni fa Macron aveva la leggerezza della novità, dell’outsider, ora porta sulle spalle il bilancio del suo governo. Le Pen è riuscita invece a togliersi qualche zavorra ereditata dal padre e appare ormai meno pericolosa agli occhi di alcuni francesi. Per la leader dell’estrema destra la sfida era dare prova di solidità, affidabilità e competenza sui vari dossier. Non ci è riuscita completamente, è sembrata troppo tecnica senza essere pronta a rispondere a dettagli su cui era incalzata.
Il potere d’acquisto
“Voglio ridare fino a duecento euro mensili ai francesi” dice la leader di estrema destra, proponendo di ridurre l’Iva dal 20 al 5,5% su carburante, gas ed elettricità, e al 0% su un centinaio di beni essenziali. “Non è una misura che funziona” dice il presidente, ricordando lo “scudo tariffario” applicato dal governo contro l’inflazione.
Il capo di Stato cerca di evitare gesti di arroganza e condiscenza, quello che molti francesi gli rimproverano, ma anche lui non ci riesce del tutto. Ogni tanto sembra annoiarsi mentre lei parla. “Madame Le Pen ha ragione” ripete più volte, parlando di “carrelli della spesa vuota”, e delle famiglie “che non arrivano a fine mese”. Il leader tenta di smentire la sua immagine di un presidente scollegato dalla realtà, altra etichetta che non riesce a scrollarsi di dosso. “Il miglior modo di ridare potere d’acquisto ai francesi è il lavoro” prosegue Macron, facendo allusione ai buoni risultati sul calo della disoccupazione, scesa ai minimi storici. “Ci sono 400mila poveri in più” ribatte Le Pen. Il capo dello Stato va all’attacco sul mercato europeo dell’energia che va “riformato” e non cancellato, come propone la rivale.
I legami con la Russia
La leader dell’estrema destra vuole invece far dimenticare i suoi legami con la Russia. Loda gli sforzi di pace di Macron “che vanno nella giusta direzione”, sottolinea la sua solidarietà con il popolo ucraino, appoggia le sanzioni contro Mosca tranne il blocco di gas e petrolio. Macron però rilancia. E ricorda che è stata una delle prime leader a riconoscere il referendum sull’annessione della Crimea e di avere stipulato un prestito di 9 milioni di euro con una banca ceco-russa. “Lei dipende dal potere russo e da Putin” dice il capo di Stato. “Parla al suo banchiere quando parla alla Russia, è un problema”. “Sono una donna libera” si difende Le Pen spiegando la difficoltà di trovare finanziamenti dalle banche francesi, con Macron che la incalza sulla contraddizione di questa posizione.
L’Europa delle Nazioni
Dopo la Russia, il capo dello Stato va ancora in pressing sull’Unione europea. Cita la confusione di Le Pen nel 2017 sulla moneta unica. “Vedo che da allora c’è stato un chiarimento” ironizza a proposito del fatto che la candidata dell’estrema destra ha tolto il Frexit, cambiando l’“80% del suo programma”. “Voglio un’Europa delle Nazioni” risponde lei mentre lui l’accusa di avere un progetto di uscita dall’Ue provocato dalle sue riforme come la “preferenza nazionale” che riserva sussidi e lavoro ai francesi. “Confondete sempre l’Unione Europea con l’Europa. Io sono europea, amo questo continente ma l’Unione europea è una struttura politica”.
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