Elezioni in Francia: Macron più sicuro, per Le Pen nessuna rivincita. Il duello tv non sposta gli equilibri
La pandemia e il debito
La candidata ha provato a mettere in difficoltà il “Mozart della finanza” che ha provocato un buco di 600 miliardi di euro di debito. “Sono fiero di come ho gestito la crisi sanitaria, salvando posti di lavoro” risponde il capo di Stato, citando con ironia quando Le Pen era favorevole al vaccino russo Sputnik. La rivale ha insistito sulle difficoltà del sistema sanitario, con la “sofferenza inaudita” di medici e infermieri allo stremo e la sospensione di molti per il rifiuto di farsi vaccinare. “Non ha dimostrato molta empatia nei loro confronti” dice la leader di estrema destra.
La battaglia sull’ecologia
E’ uno dei temi decisivi per sedurre i 7,7 milioni elettori che hanno votato al primo turno Jean-Luc Mélenchon, in particolare i più giovani. Le Pen non vuole una “ecologia punitiva” e insiste sul tempo necessario per la transizione. Per combattere il riscaldamento climatico si concentra nella rilocalizzazione della produzione. “Le importazioni – spiega – rappresentano 50 per cento delle emissioni di Co2. E’ un modello economico che uccide il Pianeta”. Macron accusa la rivale di essere “climato-scettica”. “D’altronde ha detto più volte che con lei alla guida del Paese non ci sarà la neutralita’ carbonica entro il 2050″ nota Macron. E lei ribatte a Macron definendolo “climato-ipocrita”. Il capo di Stato fa una specie di lezione sull’idrogeno verde che promette Le Pen volendo abolire al tempo stesso le energie rinnovabili, in particolare le eoliche. “Il suo mix energetico non funziona” dice lui. “Ho una visione” replica lei. “Sì ma è una visione nella nebbia” aggiunge Macron.
Il velo e la “guerra civile”
Le Pen ha ribadito di voler organizzare un referendum sull’immigrazione, abolendo lo ius soli e il ricongiungimento famigliare. “Dobbiamo risolvere il problema dell’immigrazione anarchica e massiccia che contribuisce al peggioramento dell’insicurezza nel nostro paese” ha spiegato la leader che ha ribadito la sua proposta di vietare il velo, definito “uniforme islamista”, nello spazio pubblico. Macron risponde citando un conflitto costituzionale e paventa una “guerra civile”. “La Francia sarebbe il primo paese al mondo a vietare i segni religiosi” commenta il capo di Stato che definisce comunque la misura “impraticabile”.
Le Pen non ha avuto la rivicinta che sperava. I due presentatori elogiano il rispetto del tempi di parola dei due candidati, più disciplinati rispetto a cinque anni fa. “Siamo invecchiati” ironizza Le Pen. “Su di lei non si vede, per me temo sia diverso” cerca di essere galante il capo dello Stato. Macron ha saputo difendersi nei suoi punti deboli, in particolare la riforma delle pensioni, giocando d’attacco pur essendo il favorito. Lei troppo spesso era sulla difensiva. Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos, il capo di Stato può contare sul 56,5% delle intenzioni di voto. Il duello tv non dovrebbe aver spostato in modo netto i rapporti di forza. “Ha confermato le qualità e i difetti che i francesi vedevano già nei due candidati” osserva Brice Teinturier, direttore dell’Ipsos. Macron nel suo aver uno statuto presidenziale ma anche in una certa arroganza, e Le Pen più empatica e vicina ai problemi dei francesi ma senza conquistare l’immagine da donna di Stato.
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