Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | A Mariupol «9 mila corpi in fosse comuni». Mosca «ammette 20 mila morti»

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

Le notizie di venerdì 22 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta. Fino a 9 mila corpi in una fossa comune a Manhush. Putin annuncia la conquista di Mariupol. Biden: «Non ci sono prove che Mariupol sia caduta»

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Carri armati russi a Dmytrivka (Getty)

• La guerra in Ucraina è arrivata al 58esimo giorno, e continuano le atrocità: l’amministrazione locale di Mariupol spiegato che oltre 9 mila corpi potrebbero essere sepolti in una fossa comune a Manhush, una cittadina a 20 chilometri a ovest della città.
• Zelensky in un video ha annunciato che Mosca ha rifiutato la tregua per la Pasqua ortodossa che si festeggia il 24 aprile.
• Sulla situazione militare, il presidente russo ha annunciato un «successo»: la «liberazione di Mariupol», ormai completata – fatta salva la resistenza dell’acciaieria Azovstal, per spezzare la quale, secondo il ministro della Difesa russo Shoigu, serviranno ancora «tre, quattro giorni».
• Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato nuovi aiuti militari e parlando di Putin ha detto: «Non vincerà mai»
Kadyrov, che ricevette l’ordine di uccidere Zelensky, ha preso il controllo dell’edificio amministrativo dell’acciaieria a Mariupol.
• Un raid missilistico russo ha colpito e «completamente distrutto» la rete ferroviaria nella regione di Dnipro.


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Ore 08:27 – «Nessun corridoio umanitario, i percorsi sono pericolosi»

Circa centomila degli oltre 400 mila abitanti di Mariupol sarebbero ancora nella città bombardata. Nonostante questo, sia ieri sia – ed è notizia arrivata ora — oggi, i tentativi di aprire corridoi umanitari per metterli in salvo sono falliti.

«A causa del pericolo sui percorsi», oggi in Ucraina «non ci saranno corridoi umanitari», ha scritto la vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk su Telegram.

A Zaporizhzhia, come racconta Lorenzo Cremonesi, sono arrivati solo un’ottantina di profughi. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite gli sfollati interni in Ucraina dall’inizio dell’invasione della Russia sono ormai 7,7 milioni, circa il 17% della popolazione. Altri 5 milioni sono fuggiti all’estero.

Ore 08:07 – «Siamo abbastanza per respingere gli attacchi». Nessun corridoio umanitario

La resistenza di Azov all’interno dell’acciaieria non intende arrendersi — nonostante gli attacchi non accennino a fermarsi, e la chiara volontà del presidente russo Putin di assediare fino allo stremo il sito industriale.

Parlando alla Bbc, alla domanda su quanti ucraini ci fossero, ancora, nell’acciaieria, il vice comandante di Azov, Svyatoslav Palamar, ha risposto solo: «Siamo abbastanza per respingere gli attacchi».

Ore 07:56 – Mosca avrebbe ammesso la morte di 20 mila soldati (ma il post è stato cancellato)

Non è la prima volta che accade: e il mistero è destinato a rimanere, probabilmente, senza soluzione.

Il sito di news Readovka, vicino al Cremlino, avrebbe messo in rete l’annuncio, fatto dal ministero della Difesa di Mosca, che in Ucraina risultano «13.414 soldati russi uccisi e altri 7.000 dispersi».

L’informazione sarebbe stata cancellata e tolta dal web.

Ad affermarlo è il sito di opposizione Nexta.tv, che pubblica uno screenshot di quello che sarebbe il presunto post di Readovka in cui compare la foto del portavoce della Difesa russa, Igor Koneshenkov.

Ore 07:44 – Perché Putin ha bloccato il raid sull’acciaieria, ieri

«Considero inappropriata la proposta di assalto alla zona industriale. Ti ordino di cancellare questo progetto». Con queste parole, nella giornata di ieri, Vladimir Putin ha imposto al suo ministro della Difesa, Shoigu, di proseguire l’assedio dell’acciaieria, senza effettuare raid dal costo umano difficilmente calcolabile, per le truppe di Mosca.

Secondo il ministero della Difesa britannico, dietro la decisione di Putin ci sarebbe anche un’altra volontà: quella di ridispiegare le truppe finora impegnate nella battaglia di Mariupol in altre zone dell’Est dell’Ucraina — dove si concentra ora l’offensiva di Mosca.

«Nel Donbass», si legge nel consueto bollettino quotidiano dell’intelligence militare di Londra, «continuano pesanti bombardamenti e combattimenti, mentre la Russia cerca di avanzare verso Krasnyy Lyman, Buhayikva, Barvinkove, Lyman e Popasna».

Le truppe di Mosca «stanno ancora patendo il peso delle perdite subite durante la prima fase del conflitto», e per «recuperare capacità di combattimento stanno inviando i propri mezzi in Russia, perché possano essere riparati».

Ore 07:28 – I bambini intrappolati nell’acciaieria di Mariupol

Svyatoslav Palamar è il vice comandante del battaglione Azov, che insieme ad alcuni marines dell’esercito ucraino continua la resistenza contro l’esercito russo nell’acciaieria Azovstal, di Mariupol.

Al Corriere, due giorni fa, aveva raccontato di come ormai l’acciaieria non esista più, devastata da settimane di bombardamenti senza sosta.

Parlando alla Bbc, dopo che Putin ieri ha chiesto al suo ministro della Difesa di assediare l’Azovstal, facendo sì che «non possa uscirne una mosca», Palamar spiega che nei cunicoli sotterranei che rendono quel luogo così difficile da conquistare per Mosca ci sono centinaia di civili intrappolati. «Ci sono morti e feriti, qui», ha detto. «Alcuni civili sono intrappolati sotto gli edifici crollati».

Secondo Palamar, tra i bambini ce ne sono alcuni che hanno appena tre mesi.

Ore 07:19 – L’incendio in un istituto di ricerca della Difesa, in Russia

Sette persone sono rimaste uccise in un rogo scoppiato in un importante istituto di ricerca del ministero della Difesa russo a Tver, nel nord-ovest di Mosca. Secondo notizie riportate dall’agenzia russa Tass, almeno 25 persone sono rimaste ferite, e dieci altre risultano al momento disperse. Le cause del rogo sono, al momento, ignote.

Oltre al centro di Tver, dove sono stati progettati e sviluppati diversi sistemi missilistici russi, ieri è stata colpita da un incendio un’altra importante struttura: l’impianto chimico Dmitrievsky, a Kineshma, il più grande produttore di solventi industriali in Russia e nell’Europa orientale.

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