Destra e sinistra hanno un nuovo nome: tribalisti contro globalisti
di Gianni Riotta
Design aggressivo, titoli taglienti, sito formidabile, Compact è la nuova rivista culturale che fa rumore, già al primo numero, nell’America lacerata di Biden e Trump, stretta dalla Russia di Putin. Un tempo i bibliotecari dei college si sarebbero affrettati a catalogare Compact, sugli scaffali di sinistra, con The Nation e The New Republic, o fra quelli conservatori, con National Review e Commentary? Adesso è impossibile, Compact nasce per “far guerra alla destra e alla sinistra”, persuasa che “le élite” debbano cedere il passo alle “comunità”, le organizzazioni multinazionali, Ue, Nato, rinchiudersi nei confini nazionali, la scuola statale riascoltare i “valori familiari”, senza che l’establishment metta bocca, come in pandemia con vaccini e Green Pass.
La leader dell’opposizione francese Marine Le Pen, in vista del
ballottaggio presidenziale del 24 aprile, è in sintonia: “Destra e
sinistra son finite, la divisione è tra patrioti e globalisti”, e già
l’ex premier britannica Theresa May era certa che “i cittadini del mondo
non hanno nessuna Patria”. Il presidente Emmanuel Macron ritorce
l’accusa, “la sfida è fra chi ha paura della globalizzazione e chi la
giudica un’opportunità”, facendo concludere all’analista del Financial Times
Gideon Rachman che “destra e sinistra” siano obsolete, sostituite da
“patrioti contro globalisti”, elettori che guardano al mondo aperto,
contro elettori rinchiusi in confini ancestrali.
Ai suoi comizi da stadio Trump profetizza: “Il futuro sarà dei patrioti,
non dei globalisti!” e in Italia destra e sinistra radicali, nel secolo
scorso nemiche giurate, condividono online l’odio per il mainstream,
vedi governo del premier Draghi, nell’auspicio che torni lo Strapaese
italiano, protezionismo economico e guerra alla cultura digitale delle
piattaforme social.
Le élite che han guidato la globalizzazione – movimento capace, dopo la
Guerra Fredda, di sradicare la miseria da sterminati Paesi ma contraendo
lo status di ceti medi e lavoratori in Occidente – reagiscono spesso in
modo cattedratico alla rovente dialettica stile Compact, opponendole
fogli Excel di analisi costi-benefici, linguaggio algido stile
consulenti McKinsey o economisti da Business School, lasciando così agli
spregiudicati “patrioti”, maestri di social media e disinformazione,
l’offensiva.
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