Ucraina Russia, le news di oggi sulla guerra | Zelensky: «Putin non si fermerà all’Ucraina, vuole altri Paesi». Scoperta nuova fossa comune
Sotto un cielo carico di nuvoloni grigi ieri, proprio a Makariv, ha seppellito l’ennesimo ragazzo morto per la sua Ucraina. Scuotendo la testa, perché non capisce. «Che senso ha aver colpito i supermercati?». Azzardiamo un’ipotesi che viene da esperti militari: nelle vie in cui passano colonne di carri armati e mezzi corazzati si temono agguati dei cecchini appostati nei palazzi laterali, quindi si mira agli edifici per quello. Lui sorride con amarezza. «Non è vero. Bugie. Bombardano qualsiasi cosa. Qualsiasi. Del resto basta guardarsi attorno per capirlo». Leggi l’articolo completo qui.
Ore 07:24 – Come salvare il soldato Zelensky: la tripla cintura di sicurezza
(Francesco Verderami) Zelensky è la zeta che l’Occidente contrappone alla «Z» di Putin. Perciò tutelare la sua vita resta un imperativo per i leader di Europa e Stati Uniti, preoccupati per le sorti del presidente ucraino, costantemente minacciato da Putin.
Salvare il soldato Zelensky è una missione, perché l’uomo della resistenza di Kiev è considerato dai partner del Patto Atlantico «il punto di forza» nella lotta contro l’invasore, «ma anche il punto di debolezza». Senza di lui, verrebbe infatti compromessa gravemente la strategia nel conflitto, sia sul fronte militare sia sul fronte politico, per l’impatto che la notizia avrebbe sull’opinione pubblica internazionale. L’eventualità viene comunque valutata dall’Occidente, se è vero che — come racconta il Messaggero — nel caso in cui l’alleato fosse catturato o ucciso, il potenziale successore sarebbe il presidente del Parlamento ucraino.
Tuttavia Zelensky è ormai più di un simbolo in una guerra che somiglia a quelle del Novecento ma si combatte anche sui social: è l’ambasciatore privo di diplomazia che ottiene la parola nei Parlamenti democratici, che critica pubblicamente la lentezza dell’Europa nell’applicazione delle sanzioni alla Russia, che plaude quando vede che «finalmente iniziano a capire», che chiede insieme l’ingresso nella Ue e più armi per difendersi. Leggi l’articolo completo qui.
Ore 07:16 – Dmitrij Suslov: «Come proseguirà la guerra in Ucraina? Al Cremlino ci sono due scuole di pensiero»
(Paolo Valentino) Due scuole di pensiero si confrontano al Cremlino su cosa fare in Ucraina. I fautori della linea dura spingono per una guerra a oltranza, che dopo il Donbass, punti su Odessa e il resto del Sud per aprirsi un corridoio fino alla Transnistria, il territorio russofono che si è ribellato alla Moldavia. Gli altri cercano di convincere Vladimir Putin a chiudere la partita con una vittoria decisiva nelle regioni di Lugansk e Donetsk, per poi imporre a Kiev le proprie condizioni di pace. Lo dice al Corriere Dmitrij Suslov, che dirige il Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia, uno dei pensatoi del Cremlino.
Due mesi fa, il 25 febbraio, lei mi ha detto che l’Ucraina sarebbe implosa e che l’obiettivo dell’azione russa era il regime-change a Kiev. È andata diversamente. Cos’è successo? «Non c’è dubbio che il cambio di regime fosse nei piani originali dietro l’invasione. Non ha funzionato. E oggi non è più considerato fattibile o perseguibile dalla Russia. L’assunzione iniziale, che l’Ucraina sarebbe crollata come un castello di carte senza opporre resistenza, si è rivelata errata. L’esercito ucraino ha opposto una resistenza impressionante, aiutato massicciamente dall’Ovest. Anzi direi che questa è la ragione principale della capacità di resistere così a lungo. L’esercito russo non sta combattendo contro l’Ucraina ma contro la Nato, che non solo consegna armi e munizioni, ma fornisce informazioni preziose di intelligence». Leggi l’articolo completo qui.
Ore 06:58 – La critica (indiretta) di Khodorkovsky a Scholz
«Sarebbe un colpo
molto, molto serio». Mikhail Khodorkovsky, ex oligarca, conosce molto
bene la Russia e il suo presidente, Vladimir Putin: anche perché è stato
proprio Putin a tenerlo in carcere, per anni. Alla Bbc, Khodorkovsky
spiega che a poter piegare la volontà russa, costringendo Mosca a
fermare l’invasione, potrebbe essere una mossa non militare, ma
economica: un embargo completo al petrolio e al gas russi.
«Perderebbe metà delle entrate», ha detto Khodorkovsky, che fu
presidente dell’allora azienda petrolifera più grande di Russia, Yukos.
«Sarebbe in grado, Putin, di continuare la guerra in quel modo? Non
posso dirlo con precisione. Ma quello che so è che sarebbe un colpo
molto, molto duro».
Ore 06:54 – I timori della Germania per una escalation (e per l’economia)
(Elena Tebano)
No all’embargo sul gas, che creerebbe «una crisi economica drammatica»,
sì al sostegno militare all’Ucraina, ma stando attenti a evitare
escalation («Non ci deve essere una guerra nucleare») e un rifiuto
sdegnato delle accuse al Partito socialdemocratico della Germania per la
sua politica nei confronti della Russia.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz rompe il silenzio e, in una lunga intervista al settimanale Spiegel, risponde alle critiche di non aver reagito con forza sufficiente all’invasione russa dell’Ucraina.
«Non credo affatto che un embargo sul gas porrebbe fine alla
guerra. Se Putin fosse stato aperto ad argomenti economici, non avrebbe
mai iniziato questa guerra folle» spiega Scholz. «Il punto è che
vogliamo evitare una crisi economica drammatica, la perdita di milioni
di posti di lavoro e di fabbriche che non aprirebbero più. Questo
avrebbe grandi conseguenze per il nostro Paese, per tutta l’Europa, e
avrebbe anche un grande impatto sul finanziamento della ricostruzione
dell’Ucraina. Pertanto, è mia responsabilità dire: non possiamo
permetterlo».
A dargli manforte è arrivato ieri il bollettino mensile dalla
Bundesbank, che stima una perdita di produzione da 165 miliardi di euro
solo nel 2022 se ci fosse un divieto immediato di importazione di
energia dalla Russia. Secondo la banca centrale tedesca l’embargo
completo su gas, petrolio e carbone di Mosca quest’anno intaccherebbe il
prodotto interno lordo della Germania del 5%, innescando un’impennata
dei prezzi (altre stime sono meno pessimistiche).
Ora la preoccupazione principale del cancelliere tedesco è sostenere
lo sforzo militare dell’Ucraina fornendo armi «in stretto coordinamento
con gli Stati Uniti, la Francia, l’Italia, la Gran Bretagna e il
Canada» ma senza portare a un conflitto diretto con la Russia («Sto
facendo di tutto per evitare un’escalation che porti a una terza guerra
mondiale»).
Ore 06:37 – Sabotatori britannici sono «sul terreno, in Ucraina»
Che i Paesi occidentali
stiano fornendo all’Ucraina non solo armi e assistenza finanziaria, ma
addestramento e intelligence, non è un mistero. Ora però l’agenzia di
Stato russa Ria Novosti accusa l’Occidente di avere inviato i famosi
«boots on the ground», cioè militari direttamente sul campo di
battaglia.
Secondo Ria Novosti, «sabotatori specialisti» dalla Gran Bretagna
stanno aiutando direttamente l’esercito ucraino nella regione di
Leopoli, nell’Ovest del Paese. Si tratterebbe di due gruppi — 20
militari in tutto — della Sas, la Special Air Services, unità formata
durante la Seconda guerra mondiale e nota per le sue missioni speciali.
«Non si tratta di forze ordinarie», spiega all’agenzia una fonte militare anonima, «ma di forze che stanno coordinando le attività di sabotatori ucraini» in territori controllati dai russi.
Ore 06:33 – La missione del segretario dell’Onu a Mosca e a Kiev
Il segretario generale
delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sta per imbarcarsi in quella
che, con ogni probabilità, è la missione diplomatica più lunga della sua
carriera politica.
Il prossimo martedì, Guterres incontrerà a Mosca il presidente
russo, Vladimir Putin: in seguito, avrà una colazione di lavoro con il
ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
Due giorni dopo, sarà a Kiev, per incontrare il presidente ucraino Zelensky e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
La visita ai due Paesi arriva dopo che l’Onu è finita al centro di polemiche per il suo ruolo — fino ad ora defilato — nel tentare di portare avanti i colloqui di pace tra Mosca e Kiev.
Ore 06:26 – Zelensky: «Putin vuole altri Paesi, non si fermerà all’Ucraina»
Il presidente ucraino
Volodymyr Zelensky lo ripete da tempo. Ma le notizie — diffuse ieri da
un generale di Mosca — su un cambio di obiettivi della «missione
militare speciale» in Ucraina, per assicurarsi «il pieno controllo del
Donbass e del Sud dell’Ucraina, con un corridoio che colleghi la Crimea e
la Transnistria» hanno rafforzato le sue convinzioni: Putin non ha
intenzione di fermarsi, e vuole invadere altri Paesi.
«Oggi è stata diffusa la notizia secondo cui il compito dei soldati
russi sarebbe quello di prendere il controllo del sud dell’Ucraina e
raggiungere il confine con la Moldavia», ha detto in un discorso nella
notte. «Questo conferma solo ciò che ho detto molte volte: l’invasione
russa dell’Ucraina era solo l’inizio, vogliono conquistare altri Paesi».
«Ovviamente il prossimo obiettivo dell’esercito di predoni e
stupratori sarà la Moldavia», ha esplicitato Mikhaylo Podolyak,
consigliere del presidente ucraino, «il che dimostra ancora una volta
che l’Ucraina oggi sta lottando per la sicurezza dell’Europa».
Zelensky ha poi ringraziato l’Occidente perché – «finalmente» –
stanno arrivando le armi di cui ha davvero bisogno. «Siamo stati
ascoltati finalmente, stiamo ricevendo esattamente quello che abbiamo
chiesto», ha detto: e non è un caso che queste sue parole siano state
riprese anche dalle agenzie russe.
Ore 06:25 – L’orrore delle fosse comuni
(Luca Angelini) L’ennesimo orrore della guerra in Ucraina sono le foto satellitari che sembrano mostrare centinaia di fosse comuni scavate in un campo a ridosso del piccolo cimitero dell’abitato di Manhush, una ventina di chilometri a ovest della periferia di Mariupol. Potrebbero contenere fra i 3.000 e i 9.000 corpi.
«Che Mariupol — scrive l’inviato Lorenzo Cremonesi — sia come Bucha, Borodyanka e le altre città a nord di Kiev dove sono state trovate diverse fosse comuni e si stanno già raccogliendo le prove per accusare la Russia di crimini di guerra? Mosca continua a negare qualsiasi eccidio di civili, accusando peraltro i dirigenti ucraini di avere “fabbricato” l’intera questione. Ma sono ormai parecchie settimane che gli amministratori di Mariupol denunciano atrocità e massacri la cui dimensione potrebbe fare impallidire quelli scoperti attorno alla capitale».
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