25 Aprile Milano, il corteo della Liberazione: 50 mila in piazza e rischio contestazioni. «Appello all’unità»

di Cesare Giuzzi e Fabrizio Guglielmini

Dalle 14.30 la sfilata da Porta Venezia a piazza Duomo: la sinistra spaccata sull’invio delle armi all’Ucraina. Dispositivo di sicurezza a protezione della Brigata ebraica, sotto osservazione centri sociali e aree antagoniste del comitato «Milano contro la guerra»

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Gli echi della guerra in Ucraina, le spaccature nelle varie anime della sinistra, il ricordo della Liberazione ma anche il ritorno del corteo in piazza senza le restrizioni di questi due anni di pandemia. Il 25 Aprile milanese non è mai una data qualsiasi, ma oggi lo sarà anche sul fronte dell’ordine pubblico. Non si temono incidenti, e sarebbe davvero paradossale in una data che simboleggia la fine del conflitto mondiale, ma la preoccupazione della questura è soprattutto per il rischio di contestazioni. Una, ormai purtroppo quasi scontata, è quella alla Brigata ebraica che si unirà al corteo poco prima di piazza San Babila. Con loro ci sarà la «scorta civica» dei City angels. Ma i timori più grandi sono per il riverbero delle polemiche sul conflitto ucraino, il ruolo degli invasori e degli aggrediti, l’opportunità o meno di invio da parte del governo italiano di armi e aiuti militari alle truppe di Zelensky.

Le presenze in piazza

In piazza ci sarà il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo che negli ultimi giorni ha cercato di spegnere le polemiche dopo le sue parole sul massacro di Bucha e contro l’invio di armi. Il primo a parlare dal palco del Duomo — alle ore 15.30 — sarà il sindaco Beppe Sala che aveva dissentito rispetto alle posizioni di Pagliaruolo: «Credo sia corretto fornire le armi per combattere all’Ucraina». Sul palco anche il presidente dell’Anpi milanese Roberto Cenati: «Facciamo un appello perché la manifestazione si svolga in tranquillità per la massima partecipazione popolare». Prenderanno la parola anche due cittadine ucraine Tetyana Bandelyuk (da tempo in Italia) e Iryna Yarmolenko, profuga e consigliera comunale di Bucha (qui l’intervista), cittadina dove ci sono state esecuzioni di massa e la cui presenza è stata annunciata ieri. «Abbiamo voluto dare un segnale di solidarietà contro la sanguinosa aggressione della Russia di Putin», ha aggiunto Cenati.

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Aned, Cgil e Brigata ebraica

A seguire, gli interventi di Dario Venegoni, presidente nazionale Aned e di Maurizio Landini, segretario generale Cgil. Confermata sul palco anche la presenza del rieletto segretario di Articolo Uno Roberto Speranza, mentre Forza Italia ha annunciato «di sfilare a fianco della Brigata ebraica». In piazza anche il Pd — a rischio contestazioni per l’appoggio all’invio di armi — il M5S, i centri sociali e le realtà antagoniste riunite nel gruppo «Milano contro la guerra». Sui social è intervenuto Luca Bernardo, capogruppo Lista civica a Palazzo Marino: «Stop a polemiche fuori tempo massimo, il 25 Aprile è l’occasione per bandire ogni forma di violenza». Attesa infine un’importante partecipazione della comunità ucraina che in città conta 20mila persone.

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