Epatite acuta nei bambini, il vademecum: sintomi, esami, cosa fare in caso di sospetto, cure
Sulle cause della nuova epatite acuta che colpisce i bambini ancora non si hanno certezze. Gli scienziati continuano a scandagliare le ipotesi, mentre i casi crescono. Al 21 aprile 2022, secondo l’Oms, sono stati segnalati almeno 169 casi da 11 Paesi europei e uno nella regione delle Americhe. Ma cosa sappiamo finora? Quali sono i sintomi e cosa devono fare i genitori nel caso notassero segnali strani da parte dei loro bambini? Huffpost ha risposto con un piccolo vademecum stilato insieme al professor Guido Castelli Gattinara, pediatra infettivologo dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e membro del tavolo tecnico Malattie Infettive e vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP).
I sintomi a cui fare attenzione
“I sintomi segnalati più frequentemente sono piuttosto banali e tipici di molte infezioni virali dell’età pediatrica: malessere generale, dolore addominale, vomito, diarrea, debolezza, perdita di appetito, qualche volta febbre. Si tratta quindi di segni piuttosto aspecifici, a cui si aggiunge però un sintomo proprio dell’epatite: l’ittero, ovvero il colorito giallo di pelle e della parte bianca degli occhi”, dice il professor Castelli Gattinara. È proprio l’ittero il segnale più evidente dell’insufficienza epatica.
Cosa possono fare i genitori in caso di sospetto
“Siccome i sintomi più frequenti sono aspecifici, comuni a diverse malattie e confondibili – afferma l’infettivologo – bisogna attendere e consultare sempre il proprio pediatra. Sarà lui, conoscendo il quadro del piccolo paziente, a fornire le migliori indicazioni ai genitori. In un primo momento quindi sarebbe consigliabile una fase di osservazione e riposo, con un’alimentazione leggera e curata”. “Nel caso sia presente l’ittero, invece, bisogna recarsi subito in ospedale per procedere ad accertamenti specifici e valutare se effettivamente c’è un danno al fegato”, aggiunge.
Quali esami di laboratorio può prescrivere anche il pediatra di famiglia per escludere l’ipotesi epatite
“Il pediatra può prescrivere l’esame delle transaminasi, ovvero degli enzimi prodotti dal fegato che segnalano un danno epatico”, dice il professor Guido Castelli Gattinara. Una circolare del Ministero della Salute del 23 aprile, infatti, sollecita la segnalazione di epatiti sospette con transaminasi oltre 500 U/L. “In caso di transaminasi alte – prosegue l’infettivologo – si deve eseguire un’ecografia al fegato per verificare se il bambino ha un’infiammazione in corso, necessita di ricovero e di ulteriori accertamenti”.
Entro quanti giorni dalla comparsa dei sintomi è bene eseguire gli esami
Castelli Gattinara ribadisce che “finché i sintomi rimangono aspecifici è bene attendere, senza creare allarmismi. Potrebbe trattarsi di una lieve infezione virale destinata a rientrare nel giro di qualche giorno”. Le analisi invece vanno fatte subito in caso di colorito giallo di pelle e della parte bianca degli occhi.
Niente allarmisi: è una patologia rara ma curabile
“Prima di tutto va ribadito che i casi di epatite di origine sconosciuta ci sono sempre stati e che si tratta di episodi estremamente rari, oggi stupisce la concentrazione dei casi. Al di là di alcune manifestazioni importanti che hanno necessitato di trapianto, sappiamo che la maggior parte dei bambini non è andata incontro ad insufficienza epatica ed ha risolto con terapia medica”, dice il pediatra infettivologo rimarcando che “la gran parte di queste forme di epatite regredisce e guarisce senza andare incontro a grandi strascichi”.
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