“Il pacifismo fa morire i bambini”

La Nato?

«Si può non essere d’accordo con la Nato e la sua politica, ma qui le cose stanno diversamente».

E come stanno?

«Tutti devono contribuire alla lotta per la libertà di Kiev. Quindi non capisco le polemiche contro gli Usa e contro la Nato».

Puntualmente rispunta anche la solita querelle sulla Brigata Ebraica.

«Gli ebrei hanno subito nel corso della Seconda guerra mondiale uno scempio senza precedenti nel cammino dell’umanità. Francamente queste discussioni mi paiono fuori dal mondo. Sarebbe invece il caso di imparare qualcosa dagli avvenimenti».

Che cosa?

«È vero che la storia non si ripete mai uguale a se stessa però qualche considerazione si può fare».

Rispetto alla Resistenza?

«Certo: nell’ora delle celebrazioni del 25 Aprile dobbiamo dire che anche i nostri partigiani furono aiutati. Bologna per esempio fu liberata il 21 aprile da un contingente polacco. È la storia, non possiamo cavarcela con la retorica».

Oggi in Ucraina è la stessa cosa?

«Noi abbiano avuto di più, perché gli Alleati non ci davano solo le armi, ma anche i soldati. E molti giovani hanno dato la vita per il nostro Paese. I polacchi, gli americani, i neozelandesi e via elencando. Dobbiamo garantire assistenza all’Ucraina e accompagnarla in questa sfida per la democrazia».

C’è chi sostiene che sia meglio arrendersi che morire. Cosa replica a questa obiezione?

«Mi spiace ma le cose non funzionano così. Senza democrazia gli ucraini non avrebbero garanzie per il loro futuro. Il 25 aprile è la festa della libertà. La nostra, ma anche la loro».

IL GIORNALE

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