Berlino, sì alle armi pesanti a Kiev: “Addestreremo qui i soldati ucraini”

Marco Bresolin

Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina ci sono stati diversi momenti storici per l’Unione europea. La giornata di ieri è certamente uno di questi perché il governo tedesco – dopo settimane di tentennamenti – ha annunciato una svolta: anche la Germania fornirà armi pesanti a Kiev, nello specifico 50 carri armati dotati di un sistema anti-aereo. Berlino avvierà inoltre l’addestramento dei militari ucraini sul proprio territorio: servirà per consentire loro di maneggiare al meglio l’artiglieria che verrà fornita dagli alleati occidentali «per tutto il tempo che sarà necessario», come hanno deciso ieri i ministri della Difesa nel vertice di Ramstein. Ma non è tutto: il governo tedesco si è detto pronto a interrompere «nel giro di pochi giorni» gli acquisti di petrolio dalla Russia, dando così una spinta decisiva al sesto pacchetto di sanzioni che è in preparazione a Bruxelles. Una mossa che arriva proprio nel giorno in cui Mosca riapre la questione del gas, annunciando da oggi lo stop delle forniture a Polonia e Bulgaria dopo che si erano rifiutate (come tutti gli altri Paesi Ue) di pagare in rubli.

La decisione tedesca di rompere il tabù delle armi pesanti è stata presa dal governo lunedì e annunciata ieri dalla ministra alla Difesa, Christine Lambrecht. Il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz si è trovato costretto a cedere dopo le richieste insistenti degli alleati di governo, sia i verdi che i liberali, e in seguito alle pesanti critiche ricevute da Kiev. Berlino invierà 50 Gepard, carri armati lunghi 7 metri dotati di una torretta con due cannoni anti-aerei di fabbricazione svizzera da 35 millimetri che possono sparare fino a 1.100 colpi al minuto, raggiungendo bersagli anche a più di tre chilometri di distanza. Si tratta di mezzi progettati negli Anni ‘60 che l’esercito tedesco non utilizza più da una decina di anni. Il governo cerca di aggrapparsi a questo particolare per dimostrare che non si tratta di una consegna «diretta» da parte delle proprie forze armate, ma in realtà nella pratica poco cambia. Con un’interpretazione piuttosto opinabile, fonti tedesche sottolineano inoltre che, trattandosi di un mezzo con sistema anti-aereo, le sue caratteristiche sono principalmente «difensive». Anche per questo resta congelata la consegna di oltre 100 carri armati Leopard (1 e 2), dotati di cannoni molto più potenti, messi a disposizione dall’azienda tedesca Rheinmetall. Per Varsavia, però, i Gepard non bastano: servono i Leopard.

Ma il passo compiuto ieri dal governo di Olaf Scholz è comunque storico. Così come lo è l’annuncio che la Germania addestrerà sul suo territorio i militari ucraini. Sin qui gran parte dell’artiglieria pesante consegnata a Kiev proveniva dai Paesi dell’Europa dell’Est: si tratta di materiale di fabbricazione sovietica, che i soldati di Zelensky sono in grado di maneggiare senza problemi. Adesso però – per sostenere questa fase del conflitto – i governi occidentali hanno deciso di aumentare le consegne di armi in dotazione ai Paesi Nato e dunque è necessario addestrare gli ucraini al loro utilizzo. Finora se n’erano occupati i militari americani e quelli britannici, principalmente in Polonia. Ma ieri la ministra Lambrecht ha detto che il «training» avverrà anche sul territorio tedesco, in collaborazione con l’esercito olandese. Un’evoluzione significativa che rende sempre meno diretto il coinvolgimento di Berlino nel conflitto.

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