Berlino, sì alle armi pesanti a Kiev: “Addestreremo qui i soldati ucraini”

Non si può certo dire che il governo di Olaf Scholz sia leader in Europa in questo momento. Ma, anche da follower, i suoi riposizionamenti hanno un impatto decisivo sulle decisioni Ue. Per questo l’annuncio del ministro dell’Economia, Robert Habeck, potrebbe sbloccare l’impasse sul sesto pacchetto di sanzioni. L’esponente dei verdi tedeschi ha detto che non bisognerà più attendere la fine dell’anno per lo stop all’import del petrolio russo, ma che questo potrebbe avvenire «nel giro di pochi giorni». Prima del conflitto in Ucraina, il greggio di Mosca rappresentava il 35% degli acquisti totali tedeschi, «e ora siamo già scesi al 12%». Secondo Habeck, grazie a un accordo con la Polonia, sarà possibile rimpiazzare a brevissimo termine la quota residua.

In ogni caso a Bruxelles viene escluso un embargo totale e immediato perché porterebbe a un’impennata dei prezzi sul mercato del greggio. Si lavora quindi a uno stop graduale e «settoriale», limitato ad alcune categorie di petrolio importato da Mosca. Si studiano inoltre altre ipotesi che prevedono l’imposizione di dazi o di tasse sul greggio russo, anche se questo aumenterebbe i costi per consumatori. Le altre opzioni sul tavolo prevedono un tetto al prezzo del petrolio di Mosca e il pagamento delle forniture su un conto corrente bloccato, ma entrambe devono fare i conti con ostacoli giuridici perché c’è il rischio che le società europee incorrano in una violazione contrattuale.

LA STAMPA

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