Le arti si liberino dalla politica

In breve: si ripete che la politica dovrebbe star fuori dallo sport, dalla scienza, dalla cultura, ma la realtà è che la politica inquina tutto, dall’alto ma anche dal basso. Perché è un male? Una risposta possibile è che, se non fossero così politicizzati, questi ambiti potrebbero aiutarci oggi a stabilire ponti, anziché costringerci ad alzare nuovi muri. Abbiamo tollerato per decenni la politicizzazione di spazi “sacri”, non possiamo ora stupirci se non siamo più in grado di farli funzionare come canali di fraternità e di conciliazione.
Ma la risposta più profonda, forse, ci viene dalla sociologia, e vale anche al di là della guerra. La grande lezione di Niklas Luhmann, uno dei maggiori sociologi del Novecento, è che una condizione fondamentale di funzionamento dei sistemi sociali è che le varie sfere siano reciprocamente autonome, e non interferiscano fra loro. Per Luhmann, le sfere fondamentali sono denaro, potere, amore, verità. Non si può acquistare l’amore di una donna con il potere, così come non si può acquistare il potere con il denaro, né si può usare il potere per alterare una verità scientifica, o giudicare un’opera d’arte. Ecco, credo che questo sia il male: né la cultura, né lo sport, né l’arte sono stati capaci di lasciare la politica fuori dai loro mondi, tradendo così i propri stessi statuti e principi. Solo la scienza, tutto sommato, finora ci è riuscita. E forse anche per questo abbiamo potuto vedere cosmonauti russi e americani abbracciarsi, ma non vedremo atleti, artisti, scrittori fare lo stesso.
(www.fondazionehume.it)

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