Per Draghi non cambiano gli impegni con gli alleati: a Kiev con altri leader Ue
Ma c’è di più. La condizione di aggredito dell’Ucraina sembra estendere il concetto di materiale bellico difensivo: un missile anti-nave che evita l’invasione dal mare non rientra comunque in questa categoria di contenimento dell’invasore? L’esecutivo, insomma, non arretrerà. Poi, certo, Draghi – o uno dei suoi ministri – non si negheranno a un eventuale passaggio parlamentare. Ma con un paletto: non avalleranno mozioni o risoluzioni che cambino gli impegni già assunti. Dovesse accadere, si tratterebbe di una frattura grave, perché rimetterebbe in discussione la linea atlantica e la parola data ai partner. E le conseguenze ricadrebbero sulla stabilità dell’esecutivo.
Altro discorso sono i toni. Quelli emersi ieri da Londra non sembrano in linea con l’approccio europeo. L’Italia, con Draghi – e con gli sforzi diplomatici di Di Maio – ha cercato una posizionamento netto, ma lontano da escalation verbali. L’approccio inglese non ha aiutato ieri la missione del segretario generale Onu Guterres a Mosca. La sostanza, però, anche in questo caso non cambia: Roma è allineata a Washington. E tale resterà.
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