Ucraina-Russia, news di oggi sulla guerra | Putin minaccia: «Useremo armi che nessuno ha, non interferite»
Ore 07:24 – A Kherson la Russia introdurrà l’uso del rublo
Che la Russia abbia
ormai radicalmente cambiato il suo approccio nei confronti
dell’«operazione speciale» in Ucraina (o, più semplicemente, che abbia
ormai perso ogni volontà di mascherare le sue reali intenzioni) lo
dimostra una notizia battuta, poco fa, dall’agenzia statale russa Ria
Novosti, citata dalla Bbc.
La città di Kherson, nel sud dell’Ucraina, che la Russia sostiene di
aver preso sotto il proprio controllo, passerà dal primo maggio all’uso
del rublo, la moneta russa.
Il vice presidente dell’amministrazione militare e civile della
regione, Kirill Stremousov, ha detto che il passaggio richiederà un
periodo di 4 mesi, durante il quale saranno in circolazione sia il rublo
che la grivnia ucraina.
Dopo questo periodo la regione farà il passaggio totale all’uso della moneta russa, ha aggiunto.
Ore 07:16 – «L’Ue decida per l’embargo totale: state foraggiando Putin»
(Federico Fubini)
Sergii Marchenko, 41 anni, non avrebbe mai immaginato di essere l’uomo
al centro dei vertici del G7, del G20 e del Fondo monetario
internazionale. Invece è successo, la settimana scorsa a Washington.
Come ministro delle Finanze, a lui spetta un compito vitale per
l’Ucraina: trovare i miliardi perché il Paese sopravviva e spiegare ai
governi europei come indebolire la Russia colpendo gas e petrolio.
Cosa chiede all’Europa su gas e petrolio della Russia?
«L’embargo totale è la nostra priorità numero uno. Se poi non
fosse possibile o se ci volesse tempo per arrivarci, allora si
potrebbero fissare dei tetti al prezzo su gas o petrolio. O dei dazi.
Magari anche su tutte le importazioni dalla Russia, e i fondi così
raccolti potrebbero andare alla ricostruzione dell’Ucraina. Ogni giorno
la Russia riceve dall’Europa un miliardo di dollari per il gas e il
petrolio. E ogni giorno la guerra costa all’Ucraina 400 milioni in spese
e perdite. Va riequilibrato».
Per quanto tempo pensate possa andare avanti la Russia senza ricavi da gas e petrolio?
«Ha raccolto abbastanza riserve nel suo fondo sovrano e forse ha
anche altri asset. Anche incassando zero da gas e petrolio, i russi
possono tenere per un po’. Per ora sono in una condizione molto comoda,
malgrado le sanzioni».
Ma lei pensa che Putin possa davvero decidere di tagliare il gas all’Europa per la questione dei rubli?
«È tecnicamente impossibile. Né mi è chiaro che possa ottenere qualcosa se lo facessero: non vedo proprio perché dovrebbe».
L’intervista integrale è qui; qui la versione in inglese.
Ore 07:06 – La Russia ha raddoppiato i guadagni dalla vendita sul gas, dall’inizio della guerra
Fiona Harvey, giornalista del Guardian, ha pubblicato poche
ore fa un articolo destinato a suscitare qualche imbarazzo in
Occidente. Perché mentre è ormai chiaro che la dipendenza dell’Europa
dai combustibili fossili russi metta l’Occidente nella anomala posizione
di finanziare la macchina bellica russa, pur mentre rifornisce
l’Ucraina con armi e denaro, lo è meno quanto l’instabilità portata dal
conflitto abbia fatto aumentare a dismisura il flusso di cassa, a Mosca.
Ecco qualche dato, dunque: dall’inizio del conflitto, cioè dal 24
febbraio, «la Russia ha quasi raddoppiato i ricavi derivanti dalla
vendita di combustibili fossili all’Ue. Mosca ha ricevuto circa 62
miliardi di euro dall’esportazione di petrolio, gas e carbone, secondo i
calcoli del Centre for Research on Energy and Clean Air. L’Europa ha
speso 44 miliardi di euro negli scorsi due mesi, contro i 140 miliardi
dell’intero 2021».
Ore 06:46 – Il sindaco di Zaporizhzhia: «I nemici nella centrale e i loro missili che la sorvolano, i rischi sono enormi»
(Lorenzo Cremonesi)
«Certo che siamo preoccupati, molto preoccupati. Non abbiamo il
controllo della centrale nucleare di Energodar qui a trenta chilometri
dalla nostra città e i russi boicottano ogni forma di cooperazione»,
dice Anatolii Kurtiev, 46 anni e da sette mesi sindaco di Zaporizhzhia.
Lo incontriamo nel suo ufficio poche ore dopo che il direttore generale
dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Rafael Grossi, ha
chiesto con urgenza l’accesso degli ispettori, facendo capire che la
situazione sta degenerando e che la centrale necessita di «riparazioni
urgenti».
Sindaco, dopo avere incontrato il presidente Zelensky a Kiev, come valuta il pericolo di un incidente nucleare?
«La situazione è grave. Per ora ancora sotto controllo, ma
potenzialmente drammatica. Questa è la centrale nucleare più grande
d’Europa, i soldati russi la occupano dai primi di marzo e da allora
sono loro a dettare le regole, noi possiamo fare ben poco».
Ma sul posto non sono rimasti i tecnici ucraini?
«Sì, è vero sono rimasti alcuni nostri tecnici del gruppo
originario, ma tanti se ne sono andati con le famiglie. Per quelli sul
posto è molto difficile lavorare, hanno il fucile puntato alle spalle, i
soldati russi sono armati e si comportano come un esercito
d’occupazione. Inoltre, il loro numero non è sufficiente per monitorare
l’intero impianto, sono costretti a turni massacranti, non hanno il
tempo di riposare».
L’articolo completo è qui.
Ore 06:45 – Gli Usa: «I russi hanno giustiziato ucraini che si stavano arrendendo»
Gli Stati Uniti hanno
ricevuto «informazioni credibili» che un’unità militare russa ha
giustiziato ucraini che volevano arrendersi vicino a Donetsk.
A dichiararlo è stata l’ambasciatrice generale per la giustizia penale all’Onu, Beth Van Schaack.
Gli Usa hanno anche ricevuto rapporti che documentano «esecuzioni di
persone alle quali erano state legate le mani, torture e violenze
sessuali contro donne e ragazze».
«Questi rapporti suggeriscono che le atrocità non sono il risultato
di un’azione individuale ma un modello inquietante di abusi sistematici
in tutte le aree in cui sono impegnate le forze russe», ha detto Van
Schaak.
Ore 06:43 – Il discorso di Biden, oggi, alla Casa Bianca
Il presidente americano
Joe Biden parlerà alle 10.45 ora locale (le 16.45 in Italia) del
«sostegno agli ucraini nella difesa del loro Paese e della loro libertà
contro la brutale guerra della Russia».
C’è grande attesa, per il suo discorso, anche alla luce delle
minacce di Putin («Non interferite, la nostra risposta sarà
rapidissima») e del vertice tenutosi due giorni fa nella base aerea di
Ramstein, in Germania, con oltre 40 Paesi a creare un «gruppo di
contatto» per aiutare l’Ucraina a resistere all’invasione russa.
Ore 06:40 – I morti russi, dall’inizio della guerra
Come sempre, non ci sarà conferma da parte di Mosca di queste cifre (che — vale la pena notarlo — sono significativamente più alte anche delle stime occidentali). Ma le autorità ucraine hanno comunicato il numero delle vittime russe nella guerra, scoppiata il 24 febbraio scorso: ad aver perso la vita sarebbero stati 22.400 soldati russi, secondo il centro per la Comunicazione strategica di Kiev.
Ore 06:38 – Il fronte del gas
(Alessandro Trocino) Da
ieri mattina alle 9, Polonia e Bulgaria non ricevono più il gas russo,
punizione per essersi rifiutati di pagare in rubli. Come prima
conseguenza, un immediato aumento del prezzo del gas, salito del 24 per
cento per poi chiudere a più 4 per cento.
Sono molte le possibili spiegazioni della mossa di Putin: gioco
d’anticipo, considerando che Bruxelles potrebbe decidere lo stop, o
tentativo di dividere i Paesi europei.
Quella che sembra una prova di forza è però, per Marco Imarisio, un
segno di debolezza. Le sanzioni stanno funzionando e la Russia ha
bisogno di moneta contante, per questo forza la mano, nella speranza che
qualcuno si decida a pagare in rubli.
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, replica
così: «Nessuna sorpresa per la mossa di Gazprom. È un’altra provocazione
del Cremlino, che usa i combustibili fossili per cercare di ricattarci.
La nostra risposta sarà immediata, unita e coordinata». Per lunedì è
stata convocata una riunione straordinaria dei ministri Ue dell’Energia.
Ma che succede se la Russia ci blocca il gas?
Dopo Bulgaria e Polonia, la Russia minaccia di fermare le forniture
di gas a «tutti i Paesi ostili». E se succedesse all’Italia? Insieme
alla Germania siamo i più dipendenti. Abbiamo già provato a reagire
aumentando le importazioni da Algeria (21,1 miliardi di miliardi di
metri cubi nel 2021) Qatar (6,9 miliardi) e Libia (3,2 miliardi), ma non
basta. Secondo la Fondazione Mattei, in caso di stop, ci sarebbe il
concreto rischio di razionamento e di black out. Enrico Marro spiega che
il governo è pronto a riattivare alcune centrali a carbone. E Fabio
Savelli racconta tutte le opzioni in campo. La viceministra Laura Castelli annuncia che ci sarà un taglio all’Iva sulle bollette.
Ore 06:35 – Le minacce di Putin
Vladimir Putin ieri ha – di nuovo – alzato la voce, e allargato drammaticamente il raggio delle sue minacce.
Il presidente russo si è rivolto direttamente agli Stati Uniti e all’Europa, spiegando che l’Occidente «vuole fare la Russia a pezzi» ma Mosca «resisterà a ogni tentativo di isolarla». E da San Pietroburgo ha avvertito: «Porteremo avanti tutti gli obiettivi in Ucraina. Se qualcuno dall’esterno intende interferire, deve sapere che ci sarà una risposta, e sarà rapida. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano».
Il motivo per cui abbia deciso di alzare il livello dello scontro, e della guerra, è legato al motivo per cui nel conflitto tra massimalisti e moderati al Cremlino abbiano ormai vinto i primi, come racconta — nel dettaglio — Paolo Valentino.
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