Matteo Salvini, dopo mesi di gelo con Giorgia Meloni… La mossa: qui si decide il futuro dell’alleanza

Elisa Calessi

Lega e Forza Italia da una parte, Fratelli d’Italia dall’altra. Le strade dei due centrodestra (di governo e di opposizione) sembrano dividersi sempre di più, rompendo il miracolo che fin qui aveva retto, cioè di riuscire a tener separati il piano nazionale (dove c’è chi appoggia il governo e chi no) e quelle locali (dove finora il centrodestra si era presentato sempre unito). E così, in una escalation di tensioni, tra vertici che per qualcuno dovevano tenersi, per altri non erano mai stati nell’aria, ieri si è arrivati, da parte dei Fratelli d’Italia, alla minaccia dell’arma finale: andare, alle elezioni politiche, ciascuno per conto proprio. A sera fonti del Carroccio hanno provato a calmare gli animi, assicurando che «per la Lega l’unità del centrodestra è un valore importante, in Italia e in Europa: un incontro si può fare anche domani per superare divisioni che aiutano la sinistra». Ma, per ora, è più una mozione di affetti, più che altro. Le divisioni restano. E non è nell’aria un vertice tra i leader. I NODI DA SCIOGLIERE – L’oggetto del contendere è la Sicilia, in particolare Palermo, dove Forza Italia e Lega hanno deciso una candidatura, Francesco Cascio, che Fratelli d’Italia non condivide. Non tanto per la persona in sé. Quanto perché Giorgia Meloni vuole chiudere sull’intero pacchetto, compresa la candidatura alle Regionali, dove si voterà subito dopo. Meloni vuole la riconferma di Nello Musumeci. Solo che Forza Italia e Lega non ci stanno. Motivo per cui, Meloni pensa di sostenere Roberto Lagalla, nome gradito anche a Noi con l’Italia di Saverio Romano, ai forzisti che fanno capo a Marcello Dell’Utri, agli autonomisti di Raffaele Lombardo, ai centristi di Totò Cuffaro e ai renziani. Poi c’è Verona, dove Fratelli d’Italia punta alla riconferma di Federico Sboarina, ex leghista passato alla Meloni, ma Forza Italia non intende sostenerlo, anche perché il partito di Silvio Berlusconi è all’opposizione, non avendo ottenuto alcun posto in giunta. Questi sono i nodi veri. Poi c’è l’effetto: la tensione quotidiana, ieri molto alta.

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