Metano, la Tap batte Mosca: ecco come l’Italia corre verso l’indipendenza dalla Russia

Paolo Baroni

Gli operatori del settore, «off the records», lo spiegano col calo dei consumi e con le normali dinamiche commerciali: non illudiamoci che anche fra 6-7 mesi quando farà più freddo sia ancora così, ma è un dato di fatto che questo mese l’Italia abbia dimezzato la sua dipendenza dal gas russo: dal 32% di 12 mesi fa si è infatti passati al 16%.

Come è stato possibile alleggerire così tanto la dipendenza da Mosca? Massimizzando tutte le altre principali fonti di approvvigionamento alternative ed aumentando l’impiego dei rigassificatori. Esattamente come prevedono i piani del governo, che però in vista dell’inverno avrà bisogno di altri apporti di forniture.

Consumi in calo
Stando ai dati che quotidianamente Snam pubblica in rete nella giornata di ieri era prevista l’immissione nelle rete nazionale dei gasdotti di 211,2 milioni di metri cubi di metano (contro gli oltre 400 richiesti nei mesi più freddi dell’anno): 177,1 destinati ai consumi di famiglie e imprese, 2,5 esportati e 32 destinati a riempire gli stoccaggi.

Già nel primo trimestre la Russia aveva ceduto il passo all’Algeria, che in questo modo aveva conquistato la prima posizione tra i nostri fornitori di gas. Nelle scorse settimane non solo questo fenomeno si è consolidato ma la Russia è scesa addirittura in terza posizione, superata a seconda dei giorni anche dalle importazioni dal nord Europa (Norvegia in primis) attraverso il Transitgas che arriva a Passo Gries e da quelle dall’Azerbaigian attraverso il gasdotto Tap che approda a Melendugno.

Passo Gries batte Tarvisio
Ieri a Tarvisio grazie al Tag sono arrivati nelle 24 ore 28,2 milioni di metri cubi di metano, contro i 29,2 di Melendugno ed i 25,6 milioni di Passo Gries. Martedì a fronte di un totale di 238,4 milioni di metri cubi immessi in rete il Transitgas ci ha assicurato 39,1 milioni di mc, il Tag 38,7 ed il Tap 30. Solo un mese prima, il 26 aprile, il contatore che controlla il flusso di gas dal Nord Europa era sullo zero spaccato mentre Tarvisio arrivava a 69,6 milioni.

Ma non è solo dal Nord Europa che l’Italia importa più gas: come detto sono infatti tutte le altre fonti di approvvigionamento che vanno a pieni giri a partire dal Transmed, il gasdotto che collega l’Algeria e dai noi arriva a Mazara del Vallo che negli ultimi giorni non trasporta meno di 63-64 milioni di metri cubi al giorno, mentre il Tap a sua volta viaggia sempre attorno a 26-30 milioni.

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