Kiev e Casa Bianca, i 12 giorni di Draghi che deve conciliare tra Usa e Europa
Dopo il viaggio a Kiev, il 10 maggio Draghi sarà invece alla Casa Bianca per il suo primo bilaterale a Washington da quando – 14 mesi fa – si è insediato a Palazzo Chigi. Ne approfitterà per un passaggio a New York e, forse, anche a Boston (dove a inizio anni Settanta ha perfezionato gli studi con un PhD al Massachusetts Institute of Technology). Sul tavolo, fanno sapere le due diplomazie, «il coordinamento con gli alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino» e «di contrasto all’aggressione ingiustificata della Russia». Ma un importante tema di confronto saranno anche i diversi approcci alla crisi ucraina di Stati Uniti ed Europa. I toni forti usati da Biden – ma anche dal premier inglese Boris Johnson – non hanno infatti trovato grande sponda in Europa. Inutile dire di Scholz, la cui posizione è nota, ma pure Macron ci ha tenuto a prendere decisamente le distanze. Come, seppure con modalità diverse, la diplomazia italiana ha scelto un approccio più prudente. Per quanto in grandissima sintonia con l’amministrazione statunitense, insomma, Draghi non potrà non farsi carico di questo dualismo. Non è un caso che Enrico Letta solleciti il premier a essere «molto chiaro con gli americani» quando incontrerà Biden. Perché, dice il segretario del Pd, «in questa crisi» l’Ue non può «essere al traino».
IL GIORNALE
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