Ecco quali sono “le armi mai viste” di Putin
di Alberto Flores d’Arcais
Nei lunghi decenni della Guerra Fredda tra i generali del Pentagono e quelli dell’Armata Rossa una delle parole comuni più usate era ‘Mad’, acronimo per Mutual assured destruction, dottrina militare alla base della cosiddetta deterrenza. Un concetto semplice (l’uso su larga scala di armi nucleari causerebbe il completo annientamento sia dell’attaccante che del difensore) che ha evitato la Terza Guerra Mondiale anche nei momenti più critici dello scontro tra le due superpotenze di allora, Stati Uniti ed Unione Sovietica. Con il crollo dell’impero sovietico il concetto di deterrenza nucleare è stato pian piano sostituito da quella che è stata chiamata la “dottrina delle norme” o delle “armi impensabili”, che attraverso trattati, divieti e scelte ha impedito anche l’uso delle bombe ‘sporche’ (esplosivo convenzionale confezionato insieme a materiale radioattivo). Se la prima era basata sulla paura (la distruzione totale) la seconda era più ‘razionale’.
Due mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina e con le recenti minacce di Vladimir Putin (“siamo pronti ad usare armi mai viste”), la deterrenza nucleare sembra avviata a diventare velocemente un ricordo del passato, ma anche quella delle ‘armi impensabili’ potrebbe avere fatto il suo tempo. Per gli analisti americani Putin ha trovato utile minacciare l’Occidente e la Nato con il possibile uso di armi nucleari proprio perché, attraverso le minacce, la guerra atomica cessa di essere ‘impensabile’.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e soprattutto dopo l’11 Settembre 2001, il Pentagono (con la guerra in Afghanistan e l’invasione in Iraq) si è concentrato su conflitti convenzionali e insurrezioni locali, mentre la Russia, fin dai primi anni della presidenza Putin, ha costruito un nuovo arsenale nucleare. Rispetto alla Guerra Fredda oggi le capacità militari di Stati Uniti e Russia si sono invertite, con Washington che ha una notevole superiorità nelle armi convenzionali e Mosca che ha più armi atomiche.
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