Primo Maggio, perché aumentano i poveri in Italia? Salari e inflazione, ma non solo: ecco perché siamo il fanalino di coda nell’Ue
Le dimissioni
Sullo sfondo c’è l’evoluzione del mercato, con le imprese che, dagli Stati Uniti all’Europa, lamentano una carenza di manodopera sia con alte che con basse competenze. Il ministero del Lavoro ha registrato 500 mila dimissioni nel secondo trimestre del 2021, + 85% sul 2020. La fascia d’età maggiormente coinvolta riguarda i 26-35enni che rappresentano il 70% del campione, seguita dalla fascia 36-45 anni. È quindi di un fenomeno giovanile con un profilo impiegatizio (l’82%) e nelle regioni del Nord (il 79%). La stessa situazione, in America, ha dato vita a un incremento degli stipendi. Anche in Italia c’è un problema salariale legato al gap tra domanda e offerta, perché soprattutto i giovani non sono più disposti ad accettare salari bassi e ritmi asfissianti. Inoltre, passata l’emergenza Covid, sono cambiate le priorità di vita. L’obiettivo è sempre più avere una paga congrua, lavorare in smart working e concentrare la produttività in quattro o cinque giorni.
LA STAMPA
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