Giorgia Meloni, Sallusti: qualcosa di nuovo nell’aria, magari nascesse il partito conservatore

Alessandro Sallusti

Giorgia Meloni ha aperto a Milano la campagna elettorale politiche 2023 dando il via a una tre giorni di incontri e dibattiti. In sintesi: pronti che questa volta toccherà a noi governare il Paese. I sondaggi dicono che questa è più che una possibilità, il termometro dei rapporti con gli alleati – senza i quali l’impresa risulta impossibile – segnano invece temperature assai rigide ma lei non ne sembra preoccupata e si guarda bene, in oltre un’ora di discorso, dal girare il coltello nella piaga.
Il palazzo dei congressi che ospita la kermesse è l’immagine plastica che qualche cosa di nuovo nell’aria c’è: scenografia suggestiva e tecnologie avanzate quanto basta per scrollarsi di dosso gli ultimi residui di polvere, onore agli ospiti avversari (il sindaco pd Milano Beppe Sala e il governatore leghista della Lombardia Attilio Fontana), organizzazione che ricorda le convention americane. E poi c’è lei, in tutti i sensi anti star anche se accolta come una star, che a braccio snocciola la sua versione dell’Italia che è la visione di quella che dovrà essere. Un fatto è certo: con questa donna e con questo popolo amici e nemici dovranno presto fare i conti e tutto lascia intendere che per loro non sarà una passeggiata. Lo dicono i numeri ma anche la credibilità di posizioni, sia in politica interna che estera, non più liquidabili come retaggi di una destra storicamente compromessa. 

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