L’intervista a Lavrov: « Anche Hitler aveva origini ebree». Israele convoca l’ambasciatore

di Redazione Online

Il ministro degli Esteri della Russia, Sergei Lavrov, è stato intervistato da Zona Bianca su Rete 4: ha parlato di guerra nucleare sostenendo che Mosca abbia sempre lavorato per evitarla, accusato l’Occidente di combattere sul campo in Ucraina senza offrire prove, mantenuto la linea dura sul pagamento del gas in rubli e paragonato Zelensky a Hitler

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Nella serata di domenica 1 maggio, Sergei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, è stato intervistato nel corso del programma Zona Bianca, su Rete 4. Lavrov ha pronunciato parole di accusa nei confronti dell’Italia — «in prima fila contro la Russia: siamo rimasti sorpresi, non lo siamo più» — e dell’Occidente — che combatterebbe «sul campo» in Ucraina: una frase a supporto della quale Lavrov non ha portato prove.



Il ministro degli Esteri di Mosca ha anche sostenuto che la Russia abbia sempre lavorato per ridurre al minimo la possibilità di una guerra nucleare («Ma non si può sottovalutarne il rischio», ha aggiunto, dimenticando che solo sui canali russi, e non su quelli occidentali, scorrono ormai regolarmente simulazioni della devastazione che armi nucleari potrebbero creare nelle capitali europee) e che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sia portatore di idee antisemite e naziste, benché ebreo: «Ma questo non significa niente, anche Hitler», ha detto Lavrov, «aveva origini ebraiche». (Le affermazioni sulle presunte origini ebraiche di Hitler fanno parte di una teoria del complotto promulgata da Hans Frank, che è stato governatore della Polonia occupata dai nazisti. Si basano sulla diceria che la nonna paterna di Hitler fosse stata messa incinta da un ebreo mentre lavorava come cuoca a Graz. Gli storici dell’Olocausto hanno contestato in più occasioni le presunte prove storiche della circostanza).

Quest’ultima affermazione sta suscitando forti reazioni internazionali. Israele si appresta a convocare l’ambasciatore russo per chiedere spiegazioni «Ci aspettiamo che Lavrov chieda scusa in merito al paragone sul sangue ebraico di Zelensky e Hitler» ha detto il ministro degli esteri Yair Lapid. Anche lo Yad Vashem «custode» della memoria della Shoah è intervenuta duramente definendo «false, deliranti e pericolose» le parole usate da Lavrov . Il presidente Dani Dayan ha definito «degne di condanna» le affermazioni. Lo Yad Vashem aveva già condannato la tesi russa secondo la quale l’Ucraina doveva essere «denazificata» definendola «non basata sui fatti» e che «banalizza e distorce l’Olocausto».

Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina

Ha sostenuto anche che la Russia abbia sviluppato i missili ipersonici «per rispondere a un possibile attacco» occidentale (dimenticando però che Mosca è stata il primo Paese al mondo a usarli in un conflitto, e che l’Ucraina non ha alcun missile ipersonico), che Zelensky dovrebbe «cessare le ostilità», e ha risposto seccamente alla domanda sullo stato di salute di Putin: «Questo dovete chiederlo ai leader che lo hanno incontrato».


Ecco alcune delle principali dichiarazioni di Lavrov.

— «Non vogliamo rovesciare Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall’Ucraina non vengano più minacce per la Russia». (Che il piano principale di Mosca prevedesse la presa di Kiev è dimostrato dall’andamento delle operazioni militari sul campo; solo la resistenza ucraina ha impedito che il cambio di regime venisse portato a termine. Non è chiaro poi che cosa intenda Lavrov quando parla di «lasciare andare i civili»).

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