Occasione Italia nel risiko del gas
Erdogan annusa la possibilità di sfruttare la vulnerabilità russa per riavvicinarsi all’Occidente – al fine di sostenere la propria economia in affanno – e magari sfruttare il ridimensionamento della presenza della Brigata Wagner in Libia e Siria per estendere le proprie aree di influenza in Medio Oriente e Nordafrica. È dal 2020 che Erdogan ha iniziato a riavvicinarsi agli storici rivali regionali – Emirati Arabi Uniti, Egitto, Israele e Arabia Saudita – e gli sviluppi promettono di essere anzitutto sull’energia.
Basti pensare che Ankara è il primo partner strategico del Qatar – superpotenza nel mercato globale del gas – e che il recente attacco missilistico iraniano contro Erbil, in Kurdistan, avrebbe avuto come obiettivo – secondo fonti irachene e turche a Reuters – ostacolare il progetto israelo-turco di creare un oleodotto per portare fino in Europa il gas del Kurdistan iracheno.
Tali e tanti tasselli portano a suggerire che la strategia dell’amministrazione Biden favorevole ad una piena emancipazione dell’Europa dal gas russo può passare attraverso l’identificazione nell’Italia di un partner privilegiato, tanto più se Roma e Ankara dovessero riuscire ad armonizzare le mosse nel Mediterraneo al fine di arrivare a far ridurre anche l’attuale presenza militare russa in Medio Oriente, Nordafrica e Sahel.
È un processo che può giovare alla Nato per il completo recupero della Turchia – slittata pericolosamente verso Mosca dopo l’acquisto delle batterie antimissile SS-400 durante la presidenza Trump – e può servire anche all’Unione Europea per trovare ad Ankara il “ponte energetico” verso Medio Oriente, Caucaso ed Asia Centrale capace nel lungo termine di sostituire le rotte euroasiatiche dei tubi russi.
Senza contare le implicazioni in Libia, dove la riduzione dei mercenari russi della Brigata Wagner in Cirenaica crea una finestra di opportunità per l’Europa al fine di gettare un ponte verso il generale Haftar di Bengasi e rivitalizzare, d’intesa con il governo di Tripoli, il processo verso le elezioni nazionali auspicato dalla Conferenza di Berlino ma osteggiato dal Cremlino.
Insomma, le scosse del conflitto ucraino possono creare nel Mediterraneo delle opportunità all’Italia – anzitutto sul fronte energetico, ma non solo – capaci di assegnarci un ruolo cruciale nel rinnovato legame fra Europa e Stati Uniti. Perché, come suole ripetere Henry Kissinger, gli interessi dei Paesi sono permanenti in quanto si riflettono nella loro geografia, e l’Italia è nel bel mezzo del Mediterraneo ridiventato cruciale nella stagione della seconda Guerra Fredda fra Occidente e Federazione russa.
REP..IT
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