Le inedite simmetrie tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta
L’Ucraina allontana Conte da Letta e questi si chiede se i 5S hanno ancora voglia di sostenere l’esecutivo. A sua volta, Meloni non è mai stata così lontana da Salvini. C’era un tempo in cui il leghista si considerava il perno dell’intesa a destra. Oggi non fa più notizia ed è invischiato, al pari di Conte, nella penombra di certi rapporti internazionali da cui deriva una posizione molto fredda, per non dire ostile, verso la Nato.
Infine c’è la questione della legge elettorale. Tema algido e scomodo, ma cruciale nel prossimo futuro. Sia Letta sia Giorgia Meloni, alla guida dei due maggiori partiti, possono permettersi di essere pragmatici. Nessuno dei due ama il proporzionale, entrambi ritengono – magari senza dirlo troppo ad alta voce – che l’attuale sistema sia idoneo per i loro progetti. E non sbagliano, perché il modello attuale sembra destinato a restare in vigore.
Del resto, i due sono ormai in grado, quando si dovranno stilare le candidature, di dettare le loro condizioni agli altri soci. Entrambi possono anche permettersi di andare da soli al voto, rifiutando i vari ricatti e sfruttando al massimo i collegi maggioritari. Risulterebbero comunque i più forti nel prossimo Parlamento.
Forse non è un caso se la tre giorni di Fd’I si è svolta a Milano, segno che oggi la Lega può essere sfidata in quella che una volta era la sua casa. Gli scenari cambiano in fretta: Letta e Giorgia Meloni, ognuno nel proprio accampamento, dimostrano di esserne consapevoli.
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