Decreto aiuti, Conte: “Sugli inceneritori è un ricatto. Draghi in Aula prima che a Kiev”
Crede ancora sia necessario uno scostamento di bilancio?
«Bisogna
continuare a sostenere le imprese e le famiglie per contrastare la
perdita di potere d’acquisto e il caro bollette e prevenire il rischio
di recessione, acuito dal conflitto bellico. Di conseguenza non escludo
affatto l’opportunità di uno scostamento».
Non la preoccupa la montagna di debito che grava sulle spalle delle nuove generazioni?
«Se
non avessimo fatto cinque scostamenti durante la pandemia, oltre a
misure straordinarie come il blocco dei licenziamenti, oggi ci
ritroveremmo con un tessuto produttivo distrutto e ci saremmo sognati il
+6,6 per cento di pil dello scorso anno. Le politiche espansive vanno
perseguite soprattutto quando il ciclo economico è avverso e in
particolare quando si realizzano shock come quello pandemico o quello
attuale».
Il Movimento – la cito – è contrario all’“invio di armi
sempre più pesanti all’Ucraina”, ma cosa pensa dell’embargo del gas
russo?
«Credo sia assolutamente necessario intensificare gli
sforzi diplomatici per costruire, insieme alla comunità internazionale,
una soluzione politica. Questo dev’essere l’obiettivo condiviso che
l’Italia deve portare ai tavoli internazionali, accompagnato dalla linea
della fermezza sulle sanzioni. Sicuramente anche l’embargo è un
obiettivo da perseguire perché rientra nel quadro della nostra sicurezza
energetica».
In molti in Occidente dicono che serve più dialogo, come se a
non voler parlare fosse il fronte che si oppone alla Russia. Ma quando
il segretario generale dell’Onu è andato prima a Mosca poi a Kiev, sul
tentativo di dialogo sono piovuti missili. Non stiamo sovrastimando le
nostre possibilità di indurre Putin a trattare?
«Nessuno
pensa che la Russia sia disponibile ad accettare domani mattina il
ritiro delle truppe e a fare un’ammissione di colpa. Ma se il nostro
obiettivo è raggiungere un accordo negoziale attraverso la forza del
dialogo politico non possiamo arrenderci di fronte a quel che sta
accadendo».
Zelensky dovrebbe cedere il Donbass per metter fine alla guerra?
«I
termini e le condizioni del negoziato vanno concordati con Zelensky nel
quadro dell’Unione europea e dell’alleanza euroatlantica. È certo che
in un negoziato un accordo presuppone un compromesso i cui contenuti non
spetta a me stabilire».
Se ci fosse un voto, il Movimento si metterà contro un terzo decreto per inviare armi in Ucraina?
«Ho
già detto che siamo contrari ad armi sempre più pesanti e letali e in
particolare all’invio di carri armati. L’Italia, in linea con la sua
vocazione tradizionale, dovrebbe piuttosto essere in prima linea per
mettere a servizio della comunità internazionale tutta la sua capacità
di dialogo».
Quindi potreste opporvi?
«L’ho detto. Faremo pesare la nostra forza politica».
Mettere il segreto di Stato sulle armi non è una questione di sicurezza?
«Non
è questo il punto, non lo è tanto nemmeno il tipo di armi inviate. Ma
serve un confronto in Parlamento sull’indirizzo politico che l’Italia
farà valere anche negli incontri a Washington e a Kiev».
Quindi Draghi prima di partire deve riferire alle Camere. Ha detto che lo pretende.
«Servono regole di ingaggio e a darle non devono essere i generali o i ministri della Difesa, ma la politica».
Sul 2% per le armi si è scontrato col ministro della Difesa
Guerini. Questa storia rischia di scavare un solco nell’alleanza Pd-M5S?
«Un solco direi di no perché anche il Pd ha convenuto che rispettare entro il 2024 la regola del 2% non era sostenibile».
Sostengono si sia parlato dall’inizio di un avvicinamento
graduale. Gli equilibri del governo sono minati da posizioni così
diverse?
«Posso rispondere per il Movimento. Non abbiamo nessun interesse a mettere in difficoltà il governo o creare una crisi».
Lei ha condannato senza appello il senatore M5S Vito
Petrocelli per la Z che inneggiava a Putin nel giorno della liberazione.
La posizione di Beppe Grillo, che il M5S paga 300mila euro per il suo
aiuto nella comunicazione, rischia di danneggiare la sua linea? Il
fondatore del Movimento non ha mai condannato l’aggressione in Ucraina e
ospita sul blog da molto tempo interventi filorussi e filocinesi.
«Grillo
si è reso disponibile a ideare campagne di promozione della nostra
azione politica e anche di divulgazione sulle innovazioni in materia di
transizione ecologica e digitale. Questo non mette in discussione la
linea politica che definiamo attraverso i nostri organi, in particolare
il consiglio nazionale».
Ha sentito il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov dire a
Rete 4 che anche Hitler era ebreo, vecchia storia falsa e antisemita?
La tv italiana sta diventando cassa di risonanza della propaganda russa?
«Alcune affermazioni di Lavrov andavano tenacemente contrastate. Serviva un puntuale contraddittorio, che non c’è stato».
Abbiamo un problema a gestire la propaganda del Cremlino?
«Il
nostro Paese si differenzia dai sistemi autarchici per il
riconoscimento della libertà di stampa, ma in una situazione di
conflitto come quella che stiamo vivendo vanno attuate delle cautele».
Lei ha detto che alcuni esponenti pd l’hanno offesa peggio di quanto non abbia mai fatto la destra. L’alleanza traballa e per questo serve il proporzionale?
«Al di là del dibattito e delle contingenze, credo che il proporzionale sia la legge elettorale più efficace per affrontare la nuova legislatura, anche in conseguenza della riduzione del numero dei parlamentari. Garantisce a tutti maggiore rappresentatività».
LA STAMPA
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