Assistenza a 3,5 milioni di anziani non autosufficienti: la vergogna d’Italia
La necessità di una riforma strutturale
I nuovi investimenti, però, sono destinati a riprodurre su scala maggiore i problemi di oggi. Uno: non cambia nulla per l’indennità di accompagnamento che resta di 529,94 euro uguale
per tutti, mentre l’assegno dovrebbe essere commisurato alla gravità
dell’anziano, e dunque ai suoi bisogni misurati in ore quotidiane di
assistenza necessaria (per esempio in Germania i più gravi ricevono 901
euro al mese).
Due: gli interventi restano suddivisi tra l’Adi e i Servizi sociali dei Comuni.
Tre: i fondi del Pnrrsono tarati su un’assistenza domiciliare integrata solo per 18 ore annue,
in genere dopo le dimissioni dall’ospedale. Un’assistenza che di fatto
non fornisce supporto a chi ha bisogno di cure domiciliari continuative
sul lungo periodo.
Quattro: i fondi del Pnrrvalgono solo per il periodo 2022-2026, e poi cosa succede? E’ evidente che vanno calati in una riforma strutturale. Per avere un’idea: la media dei finanziamenti in Italia per un non autosufficiente è di 270 euro, la media europea è di 484.
Come funziona in Europa
La riforma complessiva dell’assistenza agli anziani non autosufficienti è attesa in Italia dalla fine degli Anni ’90. L’Austria l’ha fatta nel 1993, la Germania nel 1995, il Portogallo nel 1998, la Francia nel 2002, la Spagna nel 2006.
Per tutti c’è uno sportello unico che valuta le necessità di chi non è autosufficiente, ed è esattamente quello che chiedono le 50 associazioni di malati e delle loro famiglie Ed è stata proprio la forza della loro disperazione che ha consentito di vincolare i 2,7 miliardi del Pnrr alla realizzazione della riforma (qui il documento dal Patto per la non autosufficienza per l’introduzione di un «Sistema nazionale assistenza anziani»).
Troppe commissioni
Ma cosa è stato fatto fino ad ora dai governi Conte e Draghi? Ripercorriamo le tappe. 8 settembre 2020: un decreto del ministro della Salute Roberto Speranza istituisce la Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. A presiederla mons. Vincenzo Paglia,
gran cancelliere del Pontificio istituto teologico per le scienze del
matrimonio e della famiglia. «I mesi del Covid – dice Speranza – hanno
fatto emergere la necessità di un profondo ripensamento delle politiche
di assistenza per la popolazione più anziana. La commissione aiuterà le
istituzioni ad indagare il fenomeno e a proporre le necessarie ipotesi
di riforma». 26 maggio 2021: il ministero del Lavoro di Andrea Orlando incarica un gruppo di lavoro guidato da Livia Turco chiamato «Interventi sociali e politiche per la non autosufficienza».
1 settembre 2021: mons. Paglia presenta al premier Draghi la «Carta dei Diritti degli Anziani e dei Doveri della Società» mai resa pubblica.
13 gennaio 2022: Palazzo Chigi istituisce una nuova commissione per le politiche in favore della popolazione anziana guidata ancora da mons. Paglia.
28 gennaio 2022: la commissione di Livia Turco presenta
la bozza di un disegno di legge delega che affronta come richiesto solo
i servizi sociali, non quelli sanitari né l’indennità di
accompagnamento, quindi solo una parte del problema.
Basta perdere tempo
Ricapitolando: in due anni e mezzo si sono succedute tre commissioni diverse, una indicata dal ministero della Salute, una dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e una dalla Presidenza del Consiglio che ora tiene direttamente le fila di tutto. Finora nessun risultato concreto. Il Pnrr (a pagina 215-216) dice: «La riforma volta ad introdurre con provvedimento legislativo un sistema organico di interventi a favore degli anziani non autosufficienti sarà adottata entro la scadenza naturale della legislatura (primavera 2023)». Nel documento attuativo: «Approvazione disegno di legge delega entro primavera 23 e promulgazione decreti delegati entro il primo semestre 24». La nuova commissione guidata da Mons Paglia doveva presentare una relazione a Draghi sui lavori svolti entrometà aprile. Siamo a metà maggio e ancora non si vedono risultati.dataroom@rcs.it
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