Ucraina, cosa farà ora Putin? Lo scenario della guerra lunga, e dei “differenti tipi di sconfitta”

di Enrico Franceschini

LONDRA – Nel discorso del 9 maggio sulla Piazza Rossa di Mosca per l’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, Vladimir Putin non ha dichiarato “vittoria” nella guerra in Ucraina, né allargato il conflitto a una “guerra globale” contro la Nato. Ma intanto il conflitto va avanti, con nuovi bombardamenti russi e intensi scontri sul terreno. Secondo alcuni analisti di affari militari, a questo punto il presidente russo può scegliere soltanto fra differenti tipi di sconfitta. Umiliarlo, tuttavia, potrebbe essere controproducente per ottenere la pace. Ecco che cosa può succedere nei prossimi mesi.

Innanzi tutto, che cosa ha detto Putin nel suo atteso discorso? 

Non molto. Meno di quanto ci si aspettava. Ha continuato a definire l’invasione “un’operazione militare”. Ha affermato che è stata necessaria perché la Russia si sentiva “minacciata” dall’Ucraina e dall’Occidente. Però ha detto che Mosca non vuole “una guerra globale”. Ha sottolineato che i soldati russi combattono “sul proprio territorio”. E ha commemorato i russi caduti nei combattimenti, riconoscendo implicitamente che ci sono state serie perdite. 

Ci si può fidare delle sue parole? 

Fino a un certo punto. Putin ha insistito per mesi che i 100mila militari alla frontiera ucraina erano lì solo per un’esercitazione e poi ha invaso l’Ucraina. Ha ordinato in diretta tivù al suo ministro della Difesa di non attaccare l’acciaieria di Mariupol in cui sono rifugiati gli ultimi soldati ucraini che resistono e ora la sta attaccando. Ciononostante, un segnale le sue parole lo mandano: non dichiarando vittoria, fa capire che per il momento la guerra va avanti e che non ha fretta di concluderla. 

Com’è la situazione sul terreno? 

L’offensiva dell’artiglieria russa nel Donbass prosegue con intensi bombardamenti, ma le truppe di Mosca sono avanzate solo in alcune piccole località: per adesso la linea del fronte ucraino sostanzialmente tiene. I bombardamenti russi crescono nel frattempo a Sud, con attacchi di razzi sempre più frequenti su Odessa, che potrebbe essere il prossimo obiettivo, un obiettivo peraltro fatto trapelare da fonti russe già qualche settimana fa: tagliare fuori l’Ucraina dal mare, conquistare tutta la costa. Ma sul fronte Sud le forze ucraine sono passate al contrattacco in varie zone, con qualche risultato positivo. Infine la Russia continua a bombardare ferrovie, fabbriche militari e depositi di carburante in tutta l’Ucraina, per rendere più difficili i rifornimenti alle truppe ucraine schierate nel Donbass: il che suggerisce che l’offensiva in grande stile con carri armati e fanteria in quella regione potrebbe cominciare soltanto quando Mosca ritiene di avere indebolito a sufficienza la rete logistica di Kiev. 

Cosa ostacola una vittoria russa in Ucraina? 

Tre cose: la grandezza dell’Ucraina; l’esperienza e la consistenza dell’esercito ucraino; il livello sempre più alto di aiuti militari occidentali. E un problema strategico: tutte le vittorie conseguite da Putin nelle sue guerre dal 2008 in avanti, in Georgia, in Siria, in Libia, nel Mali e nella prima invasione dell’Ucraina nel 2014, sono state ottenute usando piccole unità di forze di élite, mercenari e milizie locali, appoggiati dall’aviazione russa. Nel febbraio scorso ha provato a invadere con una larga forza militare una nazione di 45 milioni di abitanti che è la seconda in Europa per dimensioni geografiche sperando di fare cadere il governo di Kiev e concludere l’operazione in 72 ore o poco più: e gli è andata male.  

Allora cosa ha fatto? 

Ha adottato il piano B: conquistare tutto il Sud-Est, dal Donbass a Odessa lungo la costa del mar Nero, per dividere in due l’Ucraina, un po’ come le due Coree dopo la guerra degli anni Cinquanta, indebolire Kiev privandola dell’accesso al mare e sperare di destabilizzarla politicamente in futuro. 

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.