Gas, l’Europa gela l’Italia: sì al tetto per i prezzi ma solo se Putin chiude le forniture
Marco Bresolin
La Commissione apre al tetto al prezzo del gas, ma soltanto in caso di «un’interruzione improvvisa, su larga scala o addirittura totale, delle forniture di gas russo». Non nelle condizioni attuali, dunque, come invece chiede da tempo il governo italiano. La proposta è contenuta nel documento che sarà approvato mercoledì prossimo dal collegio dei commissari, di cui “La Stampa” ha visionato un bozza.
In vista della discussione in programma al Consiglio europeo del 30-31 maggio, al Palazzo Berlaymont stanno infatti lavorando al piano RePowerEU che copre diversi aspetti, ma che ha due pilastri principali. Il primo riguarda il percorso per la riduzione graduale del consumo di combustibili fossili russi, in particolare il gas, che dovrà passare attraverso una maggiore riduzione dei consumi (il 13% anziché il 9%, entro il 2030) e una più rapida transizione verso energie pulite (il 45% anziché il 40%, entro il 2030). Secondo le stime di Bruxelles, serviranno 195 miliardi di investimenti extra nei prossimi cinque anni per raggiungere gli obiettivi. Il secondo pilastro risponde invece alla richieste dei governi del Sud Europa e passa in rassegna i possibili interventi per ridurre i prezzi del gas, e di conseguenza dell’energia elettrica, che hanno raggiunto livelli record e che rischiano di rimanere alti a lungo. «Per tutto il 2022 – prevede il documento – e fino al 2024-2025». Oggi siamo intorno ai 100 euro per Megawattora (MWh), dopo che sono stati raggiunti picchi di 200 euro per MWh. Ma il ritorno ai valori storici di circa 30 euro per MWh sembra lontano: secondo il documento, il livello resterà attorno ai 100 euro fino alla fine del prossimo inverno, per poi scendere a 75 euro nell’estate del 2023 e a 50 euro in quella del 2025.
Che fare, nel frattempo? La Commissione propone due strade, una per gli interventi nel breve periodo e una per affrontare il problema da un punto di vista più strutturale. Entrambe non sembrano andare nella direzione auspicata dal governo italiano, visto che l’attuale bozza del piano non propone interventi rivoluzionari e in sostanza riprende le raccomandazioni dell’Acer, l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, che aveva sconsigliato interventi strutturali sul mercato dell’elettricità, difendendone il funzionamento. Il report era stato criticato proprio per questo dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. «Stiamo subendo da mesi aumenti delle bollette del 600 per cento che mettono a rischio imprese e famiglie – aveva detto il ministro – e sostenere che questo libero mercato dell’energia funzioni mi sembra quanto meno azzardato».
Tra le misure nel breve periodo, «per far fronte all’impatto dei prezzi elevati persistenti per i consumatori – si legge – una possibile misura sarebbe quella di consentire agli Stati membri di prorogare nelle attuali circostanze eccezionali, e per un periodo di tempo limitato, la regolamentazione dei prezzi al dettaglio del gas naturale». In sostanza i Paesi potranno continuare a intervenire con misure per ridurre le bollette dei consumatori. Ma questa è una cosa diversa dallo stabilire un prezzo massimo per l’acquisto del gas all’ingrosso, come invece vorrebbe l’Italia.
Da qui a mercoledì il testo della comunicazione potrebbe ancora cambiare, ma nella versione attuale la Commissione sostiene che questo tipo di intervento potrebbe essere preso in considerazione soltanto nel caso in cui si interrompessero i flussi di gas dalla Russia. Situazione che porterebbe a a «prezzi insopportabilmente elevati e a forniture scarse». Il tetto al prezzo – si legge nella proposta – potrebbe essere fissato sui mercati europei del gas, ma anche «a diversi livelli della catena di valore del gas». Con un’avvertenza: «Se compensato e non accompagnato da una significativa riduzione, questo intervento potrebbe richiedere il finanziamento di importi significativi». Di certo «andrebbe limitato al periodo dell’emergenza». Andrebbe inoltre «impostato con attenzione per ridurre al minimo gli effetti negativi». Per esempio «si dovrebbe garantire che l’introduzione del tetto al prezzo non peggiori l’accesso alle forniture di gas e gas liquido, che saranno vitali in uno scenario del genere».
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