Il buco nero al centro della Galassia ecco la prova nella foto che fa storia

Nonostante questo successo, non ci fermiamo qui. Abbiamo effettuato altre osservazioni nel 2018, ci abbiamo provato nel 2019, ma non siamo stati fortunati con le condizioni climatiche, mentre nel 2020 ci siamo fermati a causa della pandemia. Poi, però, abbiamo fatto osservazioni nel 2021 e anche quest’anno con tre nuovi telescopi. Oltre ad aggiungere nuovi telescopi, stiamo lavorando per fare delle osservazioni a frequenze più alte, che permettono di raggiungere risoluzioni migliori anche usando gli stessi telescopi.

Il problema è che l ’atmosfera diventa più variabile ed opaca a più alte frequenze radio, per cui c’è proprio un limite dovuto alla nostra atmosfera. E quindi la frontiera ultima, come è naturale che sia, diventa lo spazio, dove non solo non avremo il problema dell’atmosfera che ci distorce ed assorbe i segnali, ma eliminerebbe i problemi di visibilità della sorgente, ora limitata a qualche ora per notte nelle diverse parti del globo a causa della rotazione terrestre (la sorgente non è sempre visibile in tutti i siti allo stesso tempo). Nello spazio, invece, ogni sorgente potrebbe essere osservata costantemente da una costellazione di satelliti per creare veri e propri filmati del plasma in orbita attorno a Sagittarius A* e M87: passare dalle foto statiche ai filmati sarebbe un nuovo traguardo storico negli studi dei buchi neri. —

*Membro della Collaborazione Eht presso l’Università di

Cagliari, associato Inaf e Infn

LA STAMPA

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