L’Ucraina vince l’Eurovision 2022 con la Kalush Orchestra

Al via era stata Laura Pausini ad aprire lo spettacolo con un medley di 5 brani: «Benvenuto», «La solitudine», «Le cose che vivi», «Io canto» e «Scatola», ognuna con un outfit di colore diverso e cambi d’abito fulminei che manco Brachetti. Poi il format dello show si prende la scena e parte la gara, un treno con 25 fermate che non ammette pause.

In attesa di capire se l’Ucraina potrà ospitare tra un anno l’Eurovision Zelensky ha dichiarato, sempre via Telegram: «L’anno prossimo l’Ucraina ospiterà l’Eurovision per la terza volta nella storia. Faremo tutto il possibile affinché possa essere Mariupol la città ospitante». Il bilancio dice che gli ascolti (al netto della finale) sono stati ottimi, con uno zoccolo duro di cinque milioni e mezzo di spettatori che si sono appassionati alle prove di cantanti sconosciuti. Merito di un format snello, che corre veloce all’interno di una scaletta fin troppo rigida, che non lascia nessuna possibilità di divagazione. Il lato debole sta nella conduzione ma è difficile trovare una soluzione migliore. I presentatori ufficiali (Mika, Cattelan, Pausini) si occupano della versione internazionale, anche se poi in ogni Paese vengono «oscurati» dalle voci dei commentatori fuori campo a cui ricorre ogni televisione locale. E così alla fine sembrano un po’ sprecati, figure di spicco che fanno da contorno.

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APPROFONDIMENTI

Pagelle Eurovision 2022, la finale del 14 maggio

La versione di Rai1 era affidata al trio Malgioglio, Corsi e Di Domenico: troppe tre voci anche perché gli spazi di intervento sono molto limitati (e a farne le spese è stata Carolina Di Domenico). Se Gabriele Corsi è un po’ troppo ragioniere (ma è anche obbligato a spiegare quello che succede), Cristiano Malgioglio si è preso la scena, sia con i commenti alle canzoni (sempre centrati, al di là del suo gusto personale su cui si può eccepire), sia con le divagazioni fuori spazio e fuori tempo sui suoi fidanzati, su chi era «bonazzo» e chi no. Un commento stile social, la via più corretta da percorrere visto che ormai il second screen (guardo la tv e giudico in diretta) è entrato nelle abitudini del pubblico.

Responsabile per nove anni di fila del progetto del Festival di Sanremo (ma il prossimo anno non ci sarà, è una notizia), Claudio Fasulo, vicedirettore dell’intrattenimento Rai di prime time e executive producer dell’Eurovision 2022 insieme a Simona Martorelli tira le somme: «La Rai, con le sue eccellenze, ha vinto brillantemente la prova di un mega show come Eurovision».

CORRIERE.IT

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