La poltronissima trinità: Conte, Di Battista e Di Maio si giocano le spoglie di M5s
Di Maio, dunque, aspetta. Non ha fretta. E investe sul posizionamento politico: atlantico, affidabile, di governo. Non è messo male: può giocare una partita nel Movimento, può partecipare volendo alla nascita di qualcosa di moderato alleato del Pd, potrebbe anche permettersi, vista la sua rete di relazioni, di far finta di fare un passo indietro per poi farne uno avanti dopo il voto. Il ragazzo è cresciuto. E in fondo anche l’altro giovane promettente dei tempi che furono è messo bene. Ci risiamo col tormentone sul “ritorno di Di Battista” (non chiamatelo Dibba, che si arrabbia). Aspetta anche lui, e spera che si compia il percorso di ritorno all’opposizione, per tornare a nuova giovinezza nella prossima campagna elettorale. Conte lo rivuole dentro, l’intesa sulla guerra è perfetta, lo cerca periodicamente, vede in lui un elisir di consenso, la base lo ama. Chissà se il calcolo funziona, perché poi, dopo che sei stato al governo con questo, con quello, con tutti, è pure complicato tornare a presentarti come nuovo, la gente non è mica fessa.
Sia come sia, col proporzionale sarebbe cosa fatta. Il problema è l’alleanza col Pd. Perché Di Battista e il Pd sono inconciliabili. In questo, onore alla coerenza. Comunque nessuno immagina che starà fermo al prossimo giro. Anzi c’è anche chi prevede la nascita di un suo movimento assieme al professor Alessandro Orsini, sai che spasso: la coppia del martedì sera che scende in campo. Potere dei talk.
Parliamoci chiaro, l’elemento di forza di Conte al momento sono le liste – il potere di farle – però è anche, sul lungo periodo, il maggior elemento di debolezza. Si fa presto a dire liste. Ma poi: in Piemonte è capolista la Castelli o la Appendino? In Sardegna, dove ne eleggi uno solo la Todde o Licheri? E la tenzone tra Dino Giarrusso e Cancelleri in Sicilia? Gira anche voce che si voglia candidare Casalino, che dalla sua non ha il problema del doppio mandato. È il vero rompicapo perché tutti i cosiddetti big ce l’hanno. Rinviato anche questo problema. L’idea di Conte è di trovare un compromesso e far votare gli iscritti. Attenzione, che l’hanno capito bene quanto l’elezione rappresenti un ascensore sociale: ne hanno visti di Carneadi diventare ministri. Lo spirito anticasta come nemesi finale. Mica male.
L’HUFFPOST
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